Caso Gioele, sul ritrovamento di resti umani torna l’incubo animali selvatici

di Redazione
19/08/2020

Si dovrà necessariamente attendere l’autopsia e l’esame del DNA per sapere con assoluta certezza a chi appartengono i resti umani compatibili con la statura e l’età di Gioele.  Il tronco e una parte di femore di un’esile corpicino, ritrovati dal 55enne Giuseppe Di Bello, originario di Capo d’Orlando che ha preso parte alle ricerche come volontario, giacevano a circa 150 metri, in linea d’aria, dal traliccio sulla cui base, lo scorso 8 agosto, i cani molecolari fiutarono i resti di Viviana Parisi.

Non molto distante da lì una testa in avanzato stato di decomposizione che se fosse appurato appartenere al piccolo di quattro anni, l’ipotesi più plausibile sarebbe quella di un’aggressione di animali selvatici che avrebbero dilaniato il corpo disseminandone i resti in varie parti del fondo. Insieme con la testa, sarebbero stati trovati anche alcuni indumenti. Da circa tre ore il procuratore capo Angelo Vittorio Cavallo e il medico legale Elvira Spagnolo sono sul posto per repertare i resti trovati.

Stante così le cose, l’ipotesi più accreditata per gli inquirenti, sarebbe quella che il bambino sia stato trascinato, non si sa se vivo o morto, da cani di grossa taglia o da maiali selvatici, i quali, con ogni probabilità, ne avrebbero dilaniato il corpo. Adesso, nei pressi dei ritrovamenti, si sta cercando di fare spazio tra la vegetazione, abbattendo anche qualche albero, alla ricerca di altro.

Il procuratore Angelo Cavallo, titolare dell’inchiesta: “Le certezze arriveranno dopo approfondite indagini medico legali. Diverse ipotesi ancora da vagliare. A breve verrà effettuata l’autopsia sui resti e mostrati reperti ai fini del riconoscimento”.

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