Cassa integrazione, com’è la situazione in Sicilia? Lo Studio Tamburello risponde

di Giuseppe Salerno
02/04/2020

I professionisti dello Studio Commerciale Tamburello, di Mistretta, ci spiegano come il Governo sia intervenuto con la cassa integrazione guadagni (CIG) e con altre misure a sostegno delle imprese – già con il Decreto c.d. “Cura Italia” – per far fronte all’emergenza epidemiologica determinata dalla diffusione del virus COVID – 19 (coronavirus).

Particolare rilevanza assume oggi, di fronte all’attuale emergenza sanitaria, proprio lo strumento della cassa integrazione che, in linea generale, altro non è che un ammortizzatore sociale che l’INPS eroga in favore dei lavoratori di aziende che si trovano in particolari situazioni di crisi e grazie al quale i lavoratori, con sospensione o riduzione di lavoro, possono accedere ad una indennità quale sostegno economico alla retribuzione.

“E’ importante sottolineare che esistono diverse tipologie di cassa integrazione guadagni e che a seconda della tipologia di impresa può essere attivata un diverso tipo di indennità – ci spiegano gli esperti del noto Studio Commerciale amastratino. Tali indennità difficilmente, però, potranno finire nelle tasche dei lavoratori (siciliani in particolare) entro Pasqua, così come più volte dichiarato dal Governo, al quale, comunque, va dato il merito di aver cercato di mettere in campo tutti gli strumenti più idonei per far fronte alle ripercussioni economiche che l’emergenza sanitaria sta arrecando a lavoratori ed imprese.” 

Ma perché è difficile, oggi, immaginare che le indennità derivanti dalla cassa integrazione possano essere “liquidate” ai lavoratori entro il 15 di aprile?

“Prendiamo in considerazione le procedure poste in essere dalla nostra Regione – sicuramente non significativamente differenti da quelle adottate dalla altre Regioni italiane – per l’attuazione della normativa nazionale e, dunque, per la liquidazione delle indennità derivanti dallo strumento della cassa integrazione. Ebbene la Regione Sicilia ha predisposto una piattaforma telematica dedicata alle aziende siciliane che devono presentare le richieste di cassa integrazione che sarà attiva solo da domani, 3 aprile 2020: ciò vuol dire che da domani gli intermediari delegati potranno procedere alla propria registrazione – I Fase – e nei giorni successivi alla compilazione – II Fase – ed all’invio della modulistica necessaria ai fini dell’ottenimento del beneficio – III fase – il tutto difficilmente esitabile entro il 15 aprile, tenuto conto, anche, della lentezza dei sistemi, dovuta al sovraccaricamento delle linee e dell’SOS moduli per la cassa integrazione in deroga lanciato da parte dei sindacati siciliani.”

Quali azioni sono state messe in campo, dal Governo, per ovviare alle criticità dell’iter?

“Uno strumento che consentirebbe di ovviare alle criticità dell’iter da seguire per la liquidazione delle indennità in discussione e di ottimizzare i tempi di erogazione delle stesse in realtà è stato da ultimo “trovato” dal Governo nazionale il quale ha concluso un accordo con l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) per anticipare la cassa integrazione. La convenzione sottoscritta da parti sociali (sindacati e imprese), ABI e il Ministro del Lavoro, consente, invero, agli istituti di credito di anticipare fino ad un massimo di 1.400,00 euro per la CIG – qualora l’importo della CIG dovesse essere superiore a tale somma, sarà la stessa banca ad integrare la differenza, una volta incassate le somme extra da parte dell’INPS entro un tempo massimo di 7 mesi: le banche anticiperanno, dunque, gli importi e verranno, poi, “rimborsate” direttamente dall’INPS. Se tale strumento di supporto sarà veramente utile a sopperire alle criticità già evidenziate lo si potrà appurare a breve: si tenga presente, comunque, che per ottenere l’anticipazione l’Istituto di Credito al quale si rivolgerà il lavoratore – una volta aver presentato per il tramite del proprio datore di lavoro la domanda di cassa integrazione COVID – 19 all’INPS – deve aver aderito alla Convenzione, altrimenti bisognerà rivolgersi ad un altro istituto di credito. Ai posteri l’ardua sentenza!”.

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