Coronavirus, i consigli della Comunità Slow Food Monti, Valli e Costa Alesina

di Redazione
23/03/2020

Riceviamo e pubblichiamo integralmente il contributo dell’Arch. Giuseppe SiragusaPresidente Comunità Slow Food Monti, Valli e Costa Alesina, su come avere un ruolo attivo per affrontare meglio le attuali condizioni e cercare di mantenersi in salute e creare nuove opportunità per i territori marginali e rurali.

Dopo essere stato abbondantemente contagiato da ansia e paura da Coronavirus, fuori dalla bolgia mediatica del manistream mi sono messo a frugare fra le pieghe interstiziali della rete confutando le ipotesi della stampa di regime, la libera informazione internauta e le fonte dirette (Ministero, Istituto Superiore della Sanità, scienziati di settore, etc.), nella speranza che il tempo ritrovato possa alimentare la curiosità alla libera ricerca di conoscenza e riportando serenità attraverso una consapevole presa di coscienza individuale e collettiva. Questo spesso si traduce nella ricerca dell’ovvio ma, oramai l’ovvio non lo cerca più nessuno.

Appare fin troppo ovvio che dobbiamo osservare le basilari precauzioni ministeriali consigliate, igiene personale, respirazione nasale, regolamentazione degli spostamenti, buone prassi comportamentali che evitino assembramenti e rispettino distanze interpersonali. Solo dove non si può rispettare la distanza di almeno un metro bisogna usare strumenti di protezione individuale, a questo proposito le misure ministeriali consigliano di: “usare le mascherine solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate”.

In breve sarebbe auspicabile che fra persone senzienti facessimo una scelta consapevole sul ruolo che vogliamo avere in una situazione così delicata. Questo contesto ci lascia almeno 2 possibilità:

  1. RUOLO PASSIVO: stare seduti sul divano ad imbottirci di televisione o mettendo qualche like qua e la nei vari social, affidandoci al caso, alla fortuna o all’eroe di turno che ci salverà, mentre noi siamo sepolti in casa facile bersaglio (nel corpo e nella mente) fermi, inermi ed impauriti.

Ebbene pur vivendo nell’epoca della massima scolarizzazione raggiunta dall’uomo, in una società sofisticata reagiamo come bambini, anzi veniamo incoraggiati a comportarci come bambini: cantiamo la canzone dal balcone, sventoliamo la bandiera, facciamo il meritato applauso al personale sanitario, ci mandiamo video, vignette e battute per giocare col Mostro, per esorcizzare il Mammone. Ci limitiamo a questo o a qualche epiteto per chi non rispetta questo standard.

  1. RUOLO ATTIVO: utilizziamo le naturali misure di autodifesa del corpo, della mente e dell’anima, alzando le nostre difese immunitarie e di chi ci sta vicino. La natura e la scienza ci insegnano che un corpo alcalino reagisce meglio alle aggressioni esterne, così facendo si aumentano naturalmente le difese immunitarie, si riducono le infiammazioni, si attivano azioni antimicrobiche, in pratica ci depuriamo e ci sanifichiamo evitando che i virus si replicano entrando in risonanza con nostro stato fisico ed emotivo. Proprio per questo motivo alcuni individui sono più esposti di altri.

Il prof. Luc Montagnier (Nobel per la medicina nel 2008) afferma: “bisogna mantenere in buona forma il nostro sistema immunitario. A questo scopo dobbiamo assumere antiossidanti. Infatti una parte della malattia, causata dal virus, è dovuta allo stress ossidativo”.

Il dott. Francesco Oliviero (psichiatra-pneumologo) consiglia di: 1) Non entrare in panico in quanto abbassa le difese immunitarie; 2) Cibarsi con alimenti vivi ed alcalini che tengano basso il livello di infiammazione nel corpo; 3) Bere in abbondanza acqua il più possibile alcalina con ORP negativo che impedisce l’ossidazione dei tessuti; 4) Difendersi dalle frequenze geopatogene ambientali, le quali emettendo frequenze elettromagnetiche influiscano negativamente alle nostre cellule ed al microbiota intestinale.

Quindi, il trucco sta nel mantenere sempre alte le difese immunitarie agendo scalarmente nella psiche e sul sistema endocrino. Non per caso le infiammazioni che poi diventano croniche si verificano in ambiente acido, bisognerebbe dunque tenere il PH del tessuto connettivo il più possibile alcalino grazie all’osservazione di uno stile di vita basico costituito da pensieri positivi, alimentazione sana ed attività fisica.

Partendo da  questi spunti di seguito proverò a sintetizzare i principali metodi di tutela della propria salute e miglioramento della qualità della vita:

    • Pensieri ed attività emotive:
      • alimentiamo pensieri alcalini, i sentimenti che ne derivano stimolano il corpo alla produzione di serotonina o ormone della felicità e del buonumore, fra questi riscontriamo: gratitudine, serenità, felicità, gioia, amore, vitalità, generosità, libertà, gentilezza, bellezza, integrità, umiltà, fiducia, entusiasmo, solidarietà, armonia, risonanza, pace. etc.;
      • evitiamo le emozioni negative (pensieri acidificanti) i quali aumentano la produzione di cortisolo ed estrogeni portando ad un drastico abbassamento della nostra energia di base, abbassando le difese immunitarie. Quest’ultima condizione mixata alla naturale dose di paure ancestrali quali la morte facilitata la replicazione virale. I degni rappresentanti di questi sentimenti sono: paura, rabbia, ansia, terrore, angoscia, frustrazione, depressione, stress, panico, solitudine, egoismo, orgoglio, ira, invidia, odio, rancore, pietà, tristezza, malinconia, senso di abbandono, noia, sfiducia, impotenza, prepotenza, intolleranza, disprezzo, separazione, competizione, collera, ostilità, vendetta. Questi sentimenti sono oramai riconosciuti universalmente l’eggregora precursora della malattia.
    • Alimentazione alcalina: nutrirsi di cibo e tanta acqua locale, molte verdure, ortaggi e frutta stagionali biologici, meglio crudi, questi elementi provenienti direttamente dalla natura ci danno elettroni rilasciando energia, evitano l’ossidazione dei tessuti e la formazione di radicali liberi che causano infiammazioni croniche, patologie degenerative ed autoimmunitarie. Evitare prodotti acidificanti quali quelli industriali e processati, riducendo drasticamente cibi raffinati (zuccheri, farine, sale, latte confezionato). Così facendo avremmo anche l’effetto indiretto di aiutare l’economia locale, evitare lo spopolamento ed aumentare autostima, fiducia e l’ottimismo di comunità e di territorio;
    • Attività motoria: da fare all’aria aperta ed adeguatamente spogli di vestiario in modo da rimembrare il corpo, la psiche e lo spirito, metabolizzare Vitamina D, ossigenare bene il cervello e gratificare la nostra parte animica. In questo caso può essere molto utile fare attività campestri di tipo ludico-ricreative o magari può essere un buon momento per provare ad autoprodursi un minimo di sano fabbisogno alimentare familiare, per es. coltivando un orto o, magari, raccogliendo verdure spontanee di cui il territorio nostro rurale è ricchissimo.

La norma ministeriale definisce situazioni di necessità: “…approvvigionamento alimentare… svolgere attività sportive e motoria all’aperto rispettando la distanza interpersonale di almeno un metro”. L’autorevole prof. Silvio Angelo Garattini, (scienziato e farmacologo), ritiene “un errore vietare l’attività motoria: rafforza le difese immunitarie …vietare del tutto lo sport, anche ove sarebbe possibile farlo in massima sicurezza (luoghi isolati, in solitaria, massimo distanziamento sociale) è una iattura”.  Da questo punto di vista vivere nelle aree rurali oramai scarsamente popolate ci consente agilmente di mantenere le prescritte distanze. Occorre evitare a tutti i costi la sedentarietà, staccarsi da questi mostruosi monitor catalizzatori, sarà liberatorio e, con buona pace del regime mediatico, possiamo anche aiutare a scongiurare la formattazione mentale di massa.

Come dicevo in precedenza, in questo caso vivere in aree periferiche e marginali può esserci di grande aiuto. Abbiamo la fortuna di custodire ancora un ambiente naturale sostanzialmente sano e scarsamente popolato, dobbiamo approfittare della nostra più grande risorsa, la natura, essa si dona spontaneamente e generosamente senza chiedere nient’altro che un pò di rispetto e gratitudine. In compenso stare lontano da luoghi inquinati e fare uno stile di vita sano, non fumare e bere moderatamente durante i pasti, riducono drasticamente il rischio di contagio, d’altronde oramai è acclarato che la rapida diffusione sia in Cina che in Italia è avvenuta nelle aree più industrializzate ed inquinate.

Si tratta “semplicemente” di rendere innocuo un eventuale attacco virale di un virus ubiquitario, quale il Covid-19, condizione che tiene alte le probabilità che sia già presente in gran parte della popolazione in maniera asintomatica. In questo caso ci solleva l’affermazione del dott. F. Oliviero che sostiene: il virus non è un essere vivente ma un software, un’informazione elettromagnetica ed alberga normalmente nel nostro corpo, esso può entrare in risonanza o dissonanza con le informazioni elettromagnetiche che arrivano dall’esterno. Se noi creiamo le condizioni che le informazioni esterne entrano in risonanza con il virus si ha la malattia, nel caso contrario no. In sintesi dobbiamo alcalinizzare corpo, mente ed anima.

 

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