Covid: verso nuovo DPCM, ecco quali Regioni rischiano la zona rossa

di Redazione
10/01/2021

Il nuovo Dpcm che cambierà le regole per la zona rossa, arancione e gialla e le restrizioni per i cittadini avrà un nuovo indicatore che porterà la stretta nei territori, oltre all’indice di contagio Rt: il numero di casi ogni centomila abitanti. E’ arrivata conferma informale sul nuovo parametro suggerito dagli esperti che il governo vuole inserire nelle nuove norme insieme alla cosiddetta zona bianca o zona verde, che invece premierà le aree con minore incidenza del contagio per cittadino.

Il bollettino di ieri, emesso dalla Protezione Civile, riporta quasi ventimila nuovi casi e tasso di positività all’11,6% con 172mila tamponi (31mila in più di venerdì). In una settimana si sono scoperti oltre 100mila nuovi positivi, in crescita di diecimila unità sia rispetto a una settimana che a due settimane fa. Per questo  il governo lavora ad una nuova stretta puntando a modificare i parametri che fanno scattare le misure restrittive in Italia. L’Esecutivo punta ad inserire la nuova modifica nel Dpcm e/o nel decreto legge che entreranno in vigore dal 16 gennaio, quando scadrà l’ordinanza del ministero della Salute che ha mandato cinque regioni (Lombardia, Veneto, Sicilia, Calabria, Emilia-Romagna) in zona arancione.

La proposta è stata avanzata dall’Istituto superiore di Sanità e condivisa dal Comitato tecnico scientifico. L’intenzione del governo è di far scattare la zona rossa automaticamente sulla soglia dei 250 positivi ogni centomila abitanti. Ma questa decisione, che non terrebbe conto degli altri parametri (nemmeno delle modifiche dell’indice Rt introdotte di recente) va ancora confermata. Resta ancora teoricamente in piedi un’opzione: ovvero quella di considerare l’incidenza bisettimanale invece di quella settimanale.

Della modifica e del nuovo Dpcm si parlerà lunedì nella riunione tra governo e Regioni convocata dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia. Nelle nuove norme dovrebbero rientrare:

  • la zona rossa in automatico per chi ha un’incidenza settimanale di casi al di sopra di 250; in queste zone tutti i negozi sono chiusi tranne alimentari e generi di prima necessità e c’è il divieto di circolazione se non per ragioni di lavoro, salute o necessità con autocertificazione;
  • la zona arancione che potrebbe scattare nelle regioni con indice di contagio Rt uguale o superiore a 1; gli spostamenti liberi dalle 5 alle 22 ma solo entro il proprio comune (a eccezione dei residenti dei comuni fino a 5.000 abitanti che possono muoversi in un raggio di 30 km ). Aperti i negozi, chiusi bar e ristoranti;
  • la zona gialla, ovvero l’area con minori restrizioni: coprifuoco, obbligo di mascherina, divieto di assembramento. Ma con negozi aperti e bar e ristoranti aperti fino alle 18; la circolazione è libera e non è necessaria l’autocertificazione entro i confini;
  • la zona bianca (o verde): i parametri di ingresso dovrebbero essere Rt pari a 0,50, e/o incidenza dei casi inferiore a 50. Qui le attività rimangono aperte e gli spostamenti sono liberi; rimane l’obbligo della mascherina e del distanziamento.

A rischio zona rossa dal 15 gennaio sono Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. Friuli-Venezia Giulia, Marche e Sicilia invece rischiano se la crescita dell’incidenza osservata nell’ultimo report dovesse continuare.

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