Docenti costretti a restituire lo stipendio, arrestata la presidente di una cooperativa

di Redazione
12/04/2024

I Carabinieri della Compagnia di Cefalù hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di  Termini Imerese, su richiesta della procura diretta da Ambrogio Cartosio, nei confronti di 5 indagati (1 agli arresti domiciliari, 4 interdittive del divieto temporaneo di esercitare attività professionale e imprenditoriale nel settore dell’insegnamento per 12 mesi) accusati a vario titolo di estorsione e sfruttamento del lavoro.

Arresti domiciliari per Patrizia Ficicchia (61 anni), presidente del consiglio d’amministrazione della cooperativa “La Rocca di Cefalù”, nonché il divieto temporaneo di esercitare attività professionale e imprenditoriale nel settore dell’insegnamento per altre quattro persone. Al centro dell’inchiesta la coop che esercita l’attività di istruzione secondaria di secondo grado in due istituti partitari della provincia.

“L’attività investigativa ha consentito di delineare un grave quadro indiziario – spiegano dal Comando provinciale – in ordine alle condotte estorsive e di sfruttamento che gli indagati avrebbero posto in essere in concorso e con ruoli differenti, in qualità di amministratori e gestori della cooperativa”. Grazie alle indagini, avviate a gennaio 2023, sono emerse le “modalità di assunzione e impiego, in condizioni di sfruttamento, adottate dagli indagati nei confronti di docenti e personale Ata” già a partire dal 2019. Le vittime sarebbero state obbligate, e in alcuni casi anche minacciate, a “prestare la propria attività lavorativa – spiegano ancora gli investigatori – in difformità e in misura sproporzionata alla contrattazione nazionale”.

In certe occasioni i lavoratori si sarebbero inoltre trovati costretti perfino a restituire lo stipendio pagato. Tale dinamica sarebbe stata individuata per 118 dipendenti della cooperativa, in quanto gli indagati avrebbero operato a vantaggio della stessa mantenendo bassi costi di gestione e massimizzando i profitti, concludono dal Comando provinciale. Con lo stesso provvedimento il gip Gregorio Balsamo ha disposto il sequestro di 63.500 euro trovati nelle abitazioni degli indagati, accusati a vario titolo di sfruttamento del lavoro ed estorsione, e all’interno degli istituti paritari riconducibili alla cooperativa e custoditi in alcuni casi dentro buste con elenchi nominativi del personale.

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