Emergenza sanitaria, perso mezzo milione di posti di lavoro

di Redazione
12/09/2020

Per via dell’emergenza sanitaria nel secondo trimestre del 2020 “il numero di persone occupate subisce un ampio calo in termini congiunturali (-470 mila, -2,0%), dovuto soprattutto alla diminuzione dei dipendenti a termine e degli indipendenti”.

Lo comunica l’Istat nella nota sul mercato del lavoro, evidenziando un tasso di occupazione che scende al 57,6%, in calo di 1,2 punti rispetto al primo trimestre 2020. Peraltro – osserva l’istituto – i giovani di 15-34 anni presentano la diminuzione più marcata (-2,2 punti).

Ma l’Istat ricorda come i dati provvisori di luglio 2020, al netto della stagionalità e dopo quattro mesi di flessione, mostrano un numero di occupati che torna a crescere (+85 mila, +0,4%) rispetto a giugno mentre il tasso di occupazione risale al 57,8% (+0,2 punti in un mese), “misurando una positiva reazione del mercato del lavoro alla ripresa dei livelli di attività economica”.

Rispetto al secondo trimestre 2019, il numero di occupati scende di 841 mila unità (-3,6% in un anno), e anche su base annua si conferma il calo soprattutto dei dipendenti a termine (-677 mila, -21,6%) mentre continuano a diminuire gli indipendenti (-219 mila, -4,1%) a fronte di un lieve aumento dei dipendenti a tempo indeterminato.

Il calo occupazionale interessa sia gli occupati a tempo pieno sia quelli a tempo parziale, per i quali nel 63,9% dei casi il part time è involontario. Diminuiscono, inoltre, gli occupati che hanno lavorato per almeno 36 ore a settimana (50,6%, -13,8 punti), a seguito delle assenze dal lavoro e della riduzione dell’orario dovute all’emergenza sanitaria.

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