Estorsione aggravata dal metodo mafioso, Alberto Coci assolto anche in Appello

di Giuseppe Salerno
26/03/2024

La Corte di Appello di Messina ha confermato la sentenza di assoluzione di Coci Alberto,  originario di Sinagra, residente a Naso, pronunciata dal Tribunale di Patti lo scorso 18 aprile 2023. In primo grado il Pubblico Ministero, Francesco Massara, per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, aveva chiesto per l’imputato la condanna a 10 anni di reclusione e 12.000 euro di multa. Un’estorsione, secondo l’accusa, di 15.000 ai danni di Antonio Castrovinci di Capo D’Orlando

Alessandro Pruiti Ciarello

In secondo grado l’accusa, rappresentata dal procuratore generale Felice Lima,  ci va giù ancora pesante, chiedendo una condanna ad 9 anni di reclusione euro 3.000 di multa per Alberto Coci, che sin ora ha patito un lungo periodo di carcerazione preventiva. La Corte d’Appello di Messina conferma dunque la sentenza di assoluzione di primo grado che riteneva inattendibile la pubblica accusa in ragione delle molteplici contraddizioni risultanti dalle dichiarazioni rese in fase di indagini ed in sede dibattimentale  

La vicenda

L’indagine, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, aveva permesso di delineare la vicenda, che ebbe origine da un incidente stradale, verificatosi a Ponte Naso nel 2016, in cui il veicolo condotto da una donna, Maria Catena Galati, allora convivente di Alberto Coci, era stato urtato dall’auto guidata da Antonio Castrovinci, durante una manovra di retromarcia, con un danno conseguente di modica entità. Dopo aver ricevuto un primo risarcimento di 800 euro per l’episodio (incassato il 5 marzo 2016), Coci, vantando il proprio legame con la criminalità organizzata con il clan dei Bontempo Scavo di Tortorici, secondo l’accusa, avrebbe iniziato a perseguitare il Castrovinci con ripetute minacce, anche con l’utilizzo di una pistola, pretendendo, ingiustificatamente, ulteriori somme di denaro.

Nelle varie intimidazioni Alberto Coci avrebbe prospettato anche gravi ripercussioni nei confronti dei familiari dell’uomo, inducendolo a consegnargli, nel tempo, ulteriore denaro, fino a 15.000 euro complessivi, oltre agli 800 iniziali. La presunta vittima, quindi, fortemente intimorito dalle pretese estorsive e dalle continue intimidazioni, si era visto costretto persino a lasciare temporaneamente la sua abitazione. Alberto Coci su ordine del GIP del Tribunale di Messina, a gennaio arrestato e rinchiuso presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi in esecuzione della misura cautelare, ma successivamente tornava libero.

Coci è stato difeso dell’avvocato Alessandro Pruiti Ciarello mentre il Castrovinci si è costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Carmelo Portale. Parte civile anche l’Associazione Comitato Addiopizzo Messina, rappresentata dall’avvocato Fabrizio Ribaudo.

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