Galati, assolti dal reato di truffa aggravata due dipendenti del Comune

di Giuseppe Salerno
28/03/2023

Il Gup del Tribunale di Patti, dott Ugo Molina, ha assolto per particolare tenuità del fatto Caruso Antonino, classe ’64, e Fabio Santino, classe ’71, accusati, quali impiegati del Comune nebroideo, dopo aver passato in entrata la propria tessera personale nel sistema di rilevazione automatica delle presenze, di essersi allontanati dalla sede di lavoro senza timbrare l’uscita, percependo indebitamente così la retribuzione per ore di servizio in realtà non prestate con danno per l ente. I fatti si sarebbero verificati tra il 2018 ed il 2019.

Avv. Nunziatina Armeli
Avv. Maria Stella Fazio

Le indagini erano state condotte dai Carabinieri della locale stazione che avevano notato i due spostarsi sull’auto privata anziché prestare le mansioni loro assegnate; allontanarsi dal Municipio nelle ore in cui avrebbero dovuto essere in servizio. In particolare al Fabio contestavano di intrattenersi nei bar, colloquiare con pregiudicati del luogo, sostare sulle panchine.

Le difese degli imputati, gli avvocati Maria Stella Fazio e Nunziatina Armeli, hanno scelto, con il consenso dei loro assistiti, il giudizio abbreviato subordinato all’audizione del Sindaco pro tempore e del Dirigente Responsabile del Settore. Nel corso dell’istruttoria è emerso che non si trattava di dipendenti comunali, ma lavoratori ASU che svolgevano lavori di pubblica utilità e percepivano un modesto sussidio dalla regione. Nel rassegnare le conclusioni, il PM, Federica Urban, ha chiesto per entrambi la condanna a 10 mesi di reclusione e 400 euro di multa. Di diverso tenore che richieste dei legali Fazio ed Armeli che hanno concluso per l’assoluzione. Il Gup ha accolto le tesi difensive ed ha assolto gli imputati per particolare tenuità del fatto.

Inoltre, i difensori hanno dimostrato che i due imputati venivano utilizzati dall’ente per un numero di ore superiore a quello previsto dalla normativa e per mansioni che non gli competevano: erano autisti di scuolabus che all’occorrenza dovevano recarsi all’ufficio postale, all’ufficio turistico, all’ufficio del museo, andare in trasferta per accompagnare gli amministratori a Palermo, portare gli alunni delle scuole nei comuni viciniori. Sostanzialmente il Caruso e il Fabio erano sempre a disposizione del Comune.

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