Gangi, Nicosia e Sperlinga si preparano alla militarizzazione di un’area

di Giuseppe Salerno
23/05/2023

Un’area di addestramento militare con Poligono di tiro nel triangolo Gangi-Nicosia-Sperlinga, al confine tra il Parchi di Nebrodi e Madonie. E’ quello di cui si parla oramai da tempo e che nei giorni scorsi è stato definito con un accordo sottoscritto per costituire un hub per lo svolgimento di attività logistiche e esercitazioni tattiche militari in un luogo che è stato individuato e che ricade nel territorio dei 3 comuni, non ad appannaggio esclusivo delle forze armate italiane, ma di fatto anche meta degli addestramenti delle truppe americane.

L’accordo, che sulla carta dovrebbe avere la durata di circa 30 anni, è stato sottoscritto lo scorso 8 maggio dai sindaci di Gangi, Giuseppe Ferrarello, Nicosia, Luigi Bonelli e Sperlinga, Giuseppe Cuccì, per il ministero della Difesa (Stato maggiore dell’Esercito italiano) il generale di Divisione e comandante Militare dell’Esercito in Sicilia, Maurizio Angelo Scardino e il generale della Brigata “Aosta” Giuseppe Taffuri.

L’accordo prevede che tutti i mezzi utilizzati dall’esercito si muoveranno lungo itinerari prestabiliti di accesso all’area di condotta delle attività addestrative, avendo cura di non produrre danni alle infrastrutture ed al territorio; eventualmente l’amministrazione militare si impegna al ripristino di ogni eventuale alterazione provocata nel corso delle attività addestrative e alla delimitazione dell’area interessata alle attività. Ok, ma cosa ne sarà della flora e della fauna? E poi, soprattutto, quali vantaggi ne otterranno i vari territori?

Giuseppe Siragusa

Sulla questione riceviamo e pubblichiamo, volentieri, la riflessione dell’Arch. Giuseppe Siragusa

La retorica politica non perde occasione per ribadire che la nostra amata Sicilia sia una delle regioni più belle al mondo. Eppure avrà vita sempre più difficile il nostro già massacrato comparto agro-alimentare nella sua azione di resistenza per la produzione di cibi buoni, sani, salubri e nutraceutici.

Oggi ci hanno puntato l’ennesima arma letale direttamente al cuore, mirando alla militarizzazione del triangolo Gangi-Nicosia-Sperlinga, quasi fossero invidiose delle dirimpettaie basi di Niscemi e Sigonella. La terra baciata dal sole naturalmente vocata all’agro-zootecnica-turistica la vogliono trasformare la destinazione militare nel crocevia del Mediterraneo.

Oltre ai noti pericoli dei processi di militarizzazione, i venti di questi giorni ci rammentano come le polveri di metalli pesanti (fra i quali l’uranio impoverito), derivanti dalle esplosioni degli armamenti militari durante le esercitazioni, verranno generosamente cosparse in tutta la Sicilia, soprattutto nelle vallate nord e sud dove si incanalano le correnti aeree principali. I siciliani conoscono bene il colore della sabbia del vicino Sahara nelle giornate di scirocco, proprio quella che in questi giorni offusca i nostri cieli e decora le nostre autovetture. Chi ha la curiosità può approfondire gli effetti di questi infusi nei luoghi che già respirano l’aria di guerriglia.

Da aree rurali marginali ma salubri ricche di biodiversità e cultura ci trasformeremo rapidamente in luoghi improduttivi e contaminati, la cui unica meta può essere il turismo bellico. Ma la corsa al riarmo pare abbia avuto la meglio, d’altronde le crisi sistemiche quelle più profonde ormai da protocollo hanno imparato a risolverle sempre con conflitti bellici in cui le classi subalterne pagheranno le velleità di quelle dominanti. Con questa lungimirante visione puntiamo a divenire bersaglio privilegiato nel conflitto che remurosamente la nostra amata classe dirigente si appresta a confezionarci.

Sarebbe giusto sapere se le comunità locali e le loro rispettive rappresentanze politiche siano state coinvolte in queste delicate scelte, se ne sono stati coinvolti i comprensori che volenti o nolenti ne pagheranno le conseguenze. Nel mentre, può risultare un esercizio interessante immaginare quale naturalità regnerà nelle limitrofe aree del Parco dei Nebrodi e delle Madonie, luoghi di protezione, conservazione e difesa del paesaggio e dell’ambiente e dei valori naturali.

Occorre un’immediata apertura del confronto sul tema che, a partire dai territori circostanti, dovrà coinvolgere l’intero ambito regionale. Personalmente credo sia doverosa un’azione di resistenza almeno pari a quella che si oppose positivamente al poligono di tiro di Mistretta negli anni ‘80 del secolo scorso. Nel frattempo proviamo ad immaginarci in altre simili strutture come quella di Capo Teulada in Sardegna

https://www.youtube.com/watch?v=X6uVdIvfmfU.

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