Guai giudiziari per l’ex magistrato di Capizzi Maria Fascetto Sivillo

di Redazione
07/05/2022

Ancora guai giudiziari per Maria Fascetto Sivillo, ex magistrato del Tribunale di Catania, accusata dei reati di calunnia e abuso d’ufficio per i quali il giudice per le indagini preliminari Tiziana Leanza del Tribunale di Messina ha disposto il rinvio a giudizio.

La Savillo, originaria di Capizzi, dovrà comparire per la prima udienza davanti ai giudici messinesi il 27 settembre 2022. Oltre al reato di calunnia, l’ex magistrato dovrà difendersi dall’accusa di aver, quale giudice dell’esecuzione presso la sesta sezione civile del Tribunale di Catania, trattato procedimenti nei quali era parte Riscossione Sicilia spa, anche in presenza di istanze di ricusazione, mentre avrebbe avuto l’obbligo di astenersi in quanto già rinviata a giudizio per reati commessi in danno dell’ente regionale.

Gli agenti di polizia stradale non toglievano la multa? E lei li accusava di avergli molestato la figlia appena diciottenne e la nipote. I funzionari di Riscossione Sicilia la accusavano? Allora “la perseguitavano” ed erano “stati utilizzati” dai magistrati Acagnino e Di Marco “al fine di rendere false dichiarazioni contro di lei”.

Da anni Maria Fascetto Sivillo, difesa dall’avvocato Carlo Taormina, nell’ambito di altri procedimenti a proprio carico, è sotto processo per tentata concussione continuata ai danni di Riscossione Sicilia nonchè per abuso di ufficio ai danni del cantante neomelofdico Alessio Ossino a cui fu sequestrato l’immobile di proprietà della famiglia per un debito di circa 30 mila euro che nel tempo lievitò fino a diventare una somma inaffrontabile: 840 mila euro.

Parti lese nel procedimento, Riscossione Sicilia Spa, sostenuta in giudizio dall’avvocato Giovanni Mannuccia, anche gli agenti di polizia stradale Sebastiano Lipari, Domenico Ribaudo, Fabio D’Amore, Cosimo Greco, il procuratore capo di Enna Calogero Ferrotti, il sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione Mario Fresa (denunciato dalla Fascetto per aver violato doveri di correttezza nella conduzione del procedimento disciplinare instaurato nei suoi confronti), il componente del Csm Francesco Vigorito, i funzionari di Riscossione Antonino Fiumefreddo, Fabio Sutera, l’ex presidente del tribunale di Catania Bruno Di Marco e la presidente della sesta sezione civile del tribunale di Catania Maria Rosaria Acagnino.

Sulla vicenda legata a Riscossione Sicilia la Corte d’appello di Messina, a maggio del 2021, la Corte d’appello ha annullato la sentenza di condanna in primo grado a 3 anni e 6 mesi per tentata concussione continuata (con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la risoluzione del contratto con il ministero della Giustizia), disponendo la trasmissione degli atti al presidente del tribunale peloritano “per l’instaurazione di un nuovo giudizio”. In quel caso, secondo l’accusa, la Sivillo avrebbe cercato di costringere, senza riuscirci, alcuni funzionari dell’ente regionale a cancellare alcune procedure esecutive che erano state avviate a suo carico.

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