Il futuro della Politica Agricola Comune, l’intervista a Calogero Leanza

di Giuseppe Salerno
25/06/2022

Dal 1962, la politica agricola comune (PAC) rappresenta una stretta intesa tra agricoltura e società, tra l’Europa e i suoi agricoltori. Gli obiettivi della PAC, finanziata con risorse del bilancio dell’UE, sono: 1) Sostenere gli agricoltori e migliorare la produttività agricola, garantendo un approvvigionamento stabile di alimenti a prezzi accessibili; 2) Tutelare gli agricoltori dell’Unione europea affinché possano avere un tenore di vita ragionevole; 3) Aiutare ad affrontare i cambiamenti climatici e la gestione sostenibile delle risorse naturali; 4) Preservare le zone e i paesaggi rurali in tutta l’UE; 5) Mantenere in vita l’economia rurale promuovendo l’occupazione nel settore agricolo, nelle industrie agroalimentari e nei settori associati.

Sul futuro della Politica Agricola Comune abbiamo intervistato un giovane avvocato. Non uno a caso. Abbiamo intervistato Calogero Leanza, figlio dell’intramontabile Vincenzino, il quale relativamente alla PAC ha tanto studiato ed acquisito competenza ed esperienza.

Quale futuro per la Politica Agricola Comune 2023-2027 in Sicilia?

Grazie all’accordo politico sul nuovo scenario della PAC sono state dettagliate le regole che affiancheranno e aiuteranno i nostri agricoltori nel corso del nuovo ciclo di programmazione che coprirà il periodo 2023 -2027. L’anno in corso viene definito come “transitorio” e viene normato dal Regolamento 2020/2220 (pubblicato su GUCE n. 437 del 28/12/2020) che consente agli Stati Membri di espletare il biennio di programmazione secondo la regola “old rules new money”, in sostanza utilizzando le nuove risorse messe a disposizione a seguito della approvazione del Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp) 2021-2027 e assicurare il proseguimento delle vigenti norme della Politica Agricola Comune.

Passiamo subito ai numeri.  

I prossimi sette anni vedranno le risorse della PAC a livello europeo pari a 386,6 miliardi di euro; di cui 378,5 miliardi di euro provenienti dal Qfp, mentre 8,07 miliardi di euro provengono dal programma denominato “Next Generation EU” o “Recovery Instrument”. A livello nazionale, le risorse PAC incidono per circa il 10% dei fondi UE e pertanto ammontano a 38,6 miliardi di euro di cui 37,7 miliardi di euro sono Qfp e 910,6 milioni di euro sono Next Generation EU (Ngeu).

Ma su cosa punta l’accordo, quali sono gli argomenti innovativi? Riesce a farci una breve sintesi?

Certamente. Gli argomenti sui quali punta l’accordo sono:

ECOSCHEMI: una nuova forma di aiuto riguarderà un pagamento ad ettaro aggiuntivo a quello di base, relativo alle azioni volontarie messe in campo dall’agricoltore in funzione del clima e dell’ambiente. Il pagamento riguarderà tutta la superficie aziendale, e quindi non solo gli ettari ammissibili, coperta dall’eco-schema. Per ottenere il premio occorrerà attuare azioni che riguardino almeno due delle seguenti aree di azione: clima, ambiente, benessere degli animali, resistenza antimicrobica.

CONDIZIONALITA’ RAFFORZATA: tra i nuovi elementi si segnalano il mantenimento dei prati permanenti fissato sulla base di una percentuale di prati in relazione alla superficie agricola nazionale, regionale, gruppo di aziende o azienda singola, dell’anno 2018 (consentita una riduzione della superficie fino ad un massimo del 5% rispetto all’anno di riferimento che è per l’appunto l’anno 2018) e il divieto di bruciare le stoppie.

CONDIZIONALITA’ SOCIALE: rappresenterà il III pilastro della PAC, e si occuperà di garantire un maggiore controllo e quindi protezione nei confronti dei lavoratori agricoli. Compiutamente saranno sanzionati i beneficiari d i pagamenti diretti che non rispettano condizioni di lavoro adeguate in linea con la legislazione dell’UE.

GIOVANI E PICCOLE AZIENDE: il 10% dei pagamenti diretti sarà riprogrammato e i fondi saranno redistribuiti con l’attivazione di misure a favore delle piccole aziende.

Che prospettive ci sono per le aree rurali, per i Nebrodi ad esempio?

Le aree rurali, penso non solo ai Nebrodi ma anche a quelle ricadenti nella fascia jonica, con le nostre aziende debbono giocare un ruolo fondamentale nel futuro agricolo della Sicilia, in quanto hanno potenzialità per attrarre investimenti provenienti dall’Europa (PSR) ma soprattutto possono rappresentare una scommessa vincente per tutto il territorio facendone da volano. In questi anni ho toccato con mano quanto impegno e sacrifici compiono gli imprenditori agricoli e sarò sempre al loro fianco per promuovere uno sviluppo agricolo che tenda alla sostenibilità e alla valorizzazione delle nostre produzioni tipiche.

Lei ci crede?

Si! Io ci credo.

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