Il mondo terrorizzato dal coronavirus ma a Galati Mamertino la priorità è il traffico

di Giovanni Doe
15/03/2020

E poi capita l’inimmaginabile. L’inspiegabile. E forse l’indicibile. Una nazione è in apprensione per una pandemia che sta falciando una civiltà non abituata a centinaia di vittime innocenti giornaliere; una devastazione interiore che sta scarnificando il pianeta intero con danni inenarrabili (dai tempi delle piaghe bibliche o dei conflitti bellici mondiali) e in termini di vita umane e in termini economici. Sistemi nazionali che traballano. Anziani e meno anziani che vivono terrorizzati e asserragliati nelle case con l’incubo che la Morte venga a falcidiarli da un momento all’altro. Il mondo occidentale quasi paralizzato. Fermo. Immobile. Azzerato nel suo dinamismo da una emergenza che lo ha riportato al regime nazi-fascista.

A Messina, alla stazione centrale, personale medico, paramedico e polizia di Stato pronti, giustamente, a controllare i viandanti che cercano di tornare dal Nord, a torto o a ragione, nelle loro terre perché disoccupati o impauriti in una scena che ricordava i campi di concentramento nazisti. Se ci fossero stati pure i cani, l’immagine era quella di Auschwitz e delle selezioni.

Tutti i comuni d’Italia in preda alla psicosi più totale e indaffarati a gestire l’emergenza unitamente al Governo nazionale e poi succede l’inverosimile. La vicenda pirandelliana. L’ennesima. L’inspiegabile. E sempre a Galati Mamertino. Nel paese già dimezzato da emigrazione giovanile e decessi naturali sproporzionati (l’anno scorso è stato uno dei più tragici a ricordo d’uomo), l’Amministrazione comunale ha altre priorità.

Infatti qualcuno ha telefonato – almeno da quello che si evince da un post Facebook di un lavoratore onesto e serio – a un commerciante, un fioraio, ubicato in una stradina vicina alla già martoriata Piazza San Giacomo (tenuta in ostaggio o al fresco per mesi da un lussuoso tendone che si imbarazzava da solo), per comunicargli che, passata l’emergenza, la suddetta piazza sarebbe stata chiusa per essere adibita totalmente ad isola pedonale, con conseguente difficoltà per l’onesto lavoratore già in crisi – come tanti – per l’andazzo delle cose e pure preoccupato pure per figli i lontani da casa. Questo padre di famiglia ha sbottato con uno sfogo legittimo e prevedibile sul social e ha ricevuto in poche ore la solidarietà del piccolo centro montano, impaurito e preoccupato naturalmente per questioni più serie e gravi.

Domanda: Spettabile Amministrazione o Assessori di competenza, ma vi è sembrata logica, opportuna, necessaria, urgente, indispensabile effettuare la comunicazione al disperato commerciante in una fase in cui a rischio è la tenuta del sistema nazionale, la vita dei nostri cari, la loro possibilità (diciamolo) a sfamare la famiglia in un momento storico che rasenta l’Apocalisse nazionale?

Quale genio, o impellente preoccupazione, o necessaria programmazione (tra l’altro inesistente da anni), ha partorito l’odierna e abituale cazzata? Quale fenomeno, sensibilità culturale, umana, sobria, ha costruito anche oggi e nuovamente questa ulteriore maschera di vergogna che una popolazione, incredula ed educata, è costretta a subire continuamente?

Il problema è uno solo: in questo momento in cui si vedono in altri comuni sindaci vestire i panni di piccoli sceriffi, assurti (sulla scia di una limitazione legittima e imposta dall’alto) a torto a padroni della libertà altrui tanto da andare contro i decreti governativi e sanzionati, essere amministratore significa avere rispetto del dramma di una collettività, non “curtigghiari kianu kianu” con in bicchiere in mano, senza produrre una carta, senza utilità, senza interlocutori, senza scuola, senza spessore politico … se ci riuscite, la prossima volta, cercate di tenere gli occhi aperti anziché rilanciare vergognosamente, con farse di dimissioni/azzeramento, misfatti, alberi sequestrati, il nulla politico e ridicolo e senza più credito. Galati non lo merita. E forse voi non meritate più Galati. Come fate a non capirlo. È oggettivo. Oltre che vergognoso. È oltraggioso!

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