Il Reddito di cittadinanza produce “lavoro” solo per i Navigator

di Redazione
21/07/2020

Il reddito di cittadinanza che è stato ideato per finalità occupazionali, nei fatti ha trovato lavoro ai Navigator.

Parliamo di 2.980 persone che hanno il compito di supportare gli operatori dei Centri per l’Impiego nella realizzazione di un percorso che coinvolga i beneficiari del reddito di cittadinanza considerati occupabili (e quindi tenuti a sottoscrivere il patto per il lavoro), dalla prima convocazione fino all’accettazione di un’offerta di lavoro congrua. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio statistico dell’Inps, emerge che un gran numero di casi, aveva già un altro impiego ma, ciò nonostante, essendo stati assunti con contratto di collaborazione potevano svolgere anche un’altra attività lavorativa.

Dai dati nazionali evidenziamo l’inconfutabile fallimento degli obiettivi che avrebbero dovuto realizzare i Navigator . Di 2,3 miloni di beneficiari del reddito di cittadinanza, solo il 2% di questi ha trovato lavoro, un numero veramente esiguo: 40mila persone. Se analizziamo i dati, nel dettaglio, vediamo che coloro che hanno stipulato un patto di lavoro con i Centri per l’Impiego sono prevalentemente lavoratori stagionali e che in quanto tali, avrebbero trovato occupazione a prescindere dall’attività dei Navigator. Tuttavia, in Sicilia, regione che dai tempi più remoti vanta il più alto tasso di disoccupazione rispetto alle altre Regioni d’Italia, dalle dichiarazioni pubbliche dell’Assessore al Lavoro Antonio Scavone pare che l’attività dei Navigator, abbia raggiungo importanti obiettivi occupazionali. La domanda sorge spontanea, avrebbe affermato Lubrano, siamo di fronte ad un “miracolo” o le dichiarazioni celano delle verità che debbano essere tenute nascoste per il raggiungimento di obiettivi, probabilmente, di dubbia moralità?

Da un’attenta analisi sulle attività concrete svolta dai Navigator, la risposta sembra propendere sella seconda ipotesi. Gli adempimenti burocratici connessi al Reddito di Cittadinanza: convocazione beneficiari, stipula patto di lavoro, individuazione dei casi di esonero ed esclusione previsti dalla normativa di riferimento, vengo eseguite asclusivamente dal personale in servizio presso i Centri per l’Impiego alle dirette dipendente della Regione Siciliana. Il lavoro svolgo dai Navigator consiste in colloqui e nella compilazione di un questionario predisposto da Anpal Servizi che consente di fare il profiling del beneficiario. Lavoro remunerato con 27.399 euro lordi all’anno – circa duemila euro al mese – a cui si deve aggiungere qualcosa come 300 euro ogni mese per le eventuali spese di trasferta. Ma non finisce qui! L’attività di profiling si è rivelata essere inutile, considerata la carenza di offerta di lavoro. ciò nonostante in Sicilia, si enfatizza l’attività svolta dai Navigator definendola “lavoro sotto traccia ma prezioso”? Parole dell’Assessore Scavone.

Un altro aspetto delicato, ed angosciante al tempo stesso, della questione sta nel fatto che dall’elenco dei Navigator che prestano servizio nella nostra Regione, ci viene segnalato, emergono diversi nomi riconducibili ad alti burocrati e politici. A questo punto non ci resta che prendere coscienza del fatto che non siamo di fronte ad un miracolo, ma ad una storia si ripete: in Sicilia non può cambiare nulla e la nostra Isola non diventerà mai “bellissima”, come da intendimento del nostro Governatore. La continua propaganda dell’attuale Governo regionale contro gli impiegati della Regione, compreso coloro che lavorano presso i Centri per l’Impiego, che per la grande maggioranza è costituito da personale categoria A e B e svolge mansioni superiori, dal nostro punto di vista, sembrerebbe mirare a distogliere l’opinione pubblica da quelli che sono gli interessi da tutelare. Nel caso in esame ci ritroviamo davanti ad una situazione assurda che vede coloro che hanno svolto sostanzialmente il lavoro – gli impiegati dei CPI – sottopagati con uno stipendio pari alla metà di quello percepito dai Navigator che, oltretutto, non sono tenuti a rispettare gli orari d’ufficio e sono impegnati mediamente due giorni a settimana.

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