La favola del pastorello e della pecora senza “buttuni”

di Giuseppe Salerno
10/12/2018

Sono andato a prendere lo scatolone dentro il quale ogni anno, dopo l’Epifania, riordino il sughero e i personaggi con i quali allestisco il mio presepe in vista delle festività natalizie. Preparo l’area presepiale e svuoto la scatola dei personaggi per posizionali uno ad uno. Sistemo la prima statuina che mi capita per le mani, il pastorello, accanto al quale posiziono due piccole pecorelle. Distolgo lo sguardo dal presepe, per prendere un altro personaggio, e quando mi rigiro vedo il pastorello con una pecorella sulle spalle e l’altra in mano che stava andando via:
– Scusa … ma unni stà jennu? Gli chiedo sorpreso.
– Io, qua, non ci sto un minuto di più – replica il pastorello visibilmente sgomentato. Se passano i carabinieri e vedono questi due agnelli senza “buttuna” (contrassegni auricolari) mi puozzu vinniri a casa.
– Ma finiscila…! Gli rispondo cercando di persuaderlo a rimanere. L’anno scorso, senza averne titolo, spudoratamente, ti sei caricato la particella dell’area presepiale nella domanda Agea, facendo incazzare un Re Magio che legò il cammello all’albero di banane e abbandonò il presepe, ora, per due pecore, fai u spittaculusu. E poi… quando mai si sono visti carabinieri nel presepe…?
– Tu a chissi nun i canusci – controbatte, riferendosi ai carabinieri. Chissi, dopo ddrà speci datt’attentatu chi ficiru ad Antoci, sunu ovunque e nun dunanu cchiù paci a nuddru. Io, u sacciu, cumincianu con due pecore senza buttuni, e poi va a finire che mi sequestrano i provuli e mi denunciano per inquinamento ambientale, pu rassuraru (concimaio)
– Perché, in che condizioni si trova il tuo concimaio…? Cos’hanno le tue provole, perché hai paura che te le possano sequestrare…?
– Il concimaio – ribatte il pastorello- si trova in buone condizioni: esattamente come si è sempre trovato. Com’era quannu c’era mio nonno, poi mio padre. I provuli i fazzu, ancora cuomu i facia mio nonno e poi mio padre.
– Ho capito, ma rispetto a quando c’era tuo nonno sono cambiate leggi, regolamenti, direttive in materia ambientale, sono cambiate le normative igienico sanitarie per la produzione di prodotti a base di latte che vengono venduti direttamente al consumatore. Tu perché non ti sei adeguato? Perché non hai mai pensato di adeguare la tua azienda?
– Senti – mi risponde indispettito il pastorello prima di andarsene, girandomi le spalle e senza darmi ulteriore possibilità di replica– io fazzu u pastorellu perché mio nonno faceva il pastorello e mio padre faceva il pastorello e perchè ancora, grazie a Diu, arrivano ssi quattru sordi dalla Comunità europea. Di adeguamenti… di Norme… di Leggi… a mia nun mi nà parlari. Io sono nato qua e l’unica cosa che ho sempre fatto, e che so fare, è u pastorellu. Cosa che faccio da quando avevo 5 anni che fino all’altro ieri mi era consentito fare, o meglio: mi lassavanu fari… e ci campavu. Ora, tutta nda na vota, stravolgieru u munnu. Nun si ni po’ chiù! Chi minchia ni sannu i Re Magi dei nostri sacrifici…? Che ne sanno del mercato animale o di quanto i commercianti, oggi, sono disposti a pagare un agnello…? Di quanto costa regolarizzare un’azienda…? Del fatto che non possiamo nemmeno tenere una pecora per “uso casa” che se n’acchiappa a polizia ni denuncia per macellazione clandestina…? Delle difficoltà che abbiamo nel portare avanti a famiglia…? Chi ni sannu…? Ti salutu! Io non sono più disponibile per il presepe.

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