La grande lezione di umanità di Padre Ferlauto

di Redazione
13/09/2017

Ci ha lasciato un grande uomo: Padre Luigi Ferlauto. Fondatore e presidente dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, per il ritardo mentale e l’involuzione cerebrale senile, Oasi Maria SS di Troina.

Grande esempio di caparbietà e determinazione, sognava di realizzare un centro che si occupasse dei più bisognosi, di quei malati che venivano nascosti dalle famiglie ed erano reietti della società; sognava di dare loro dignità e speranza e c’è riuscito. Ha speso la sua vita a dare forma ai proprio sogni e progetti e con la nascita dell’Oasi Città Aperta ha compiuto il suo capolavoro.

La sua creatura non è nata dalla semplice compassione verso il prossimo, ma dall’Amore. Padre Ferlauto amava ripetere “Ognuno è qualcuno da Amare”. Ed è proprio questo che succede all’interno dell’Istituto, una grande famiglia pronta ad accogliere chi ha bisogno, dove tutti si sentono amati e dove vengono curati e mitigati non solo i dolori del corpo, ma anche quelli dell’anima. Nessuno avrebbe scommesso su quel giovane prete che aveva questo grande ed ambizioso sogno. Per quei tempi Padre Luigi era un visionario; destino, questo, toccato a tutti i grandi uomini, che hanno fatto la storia. E lui l’ha fatta la storia di Troina e dei troinesi. Con la sua opera ha portato occupazione, progresso, cultura e ricchezza sociale, ha creato una struttura d’eccellenza e all’avanguardia, affermata a livello mondiale, unica nel suo genere al servizio dei più deboli; Troina un paese, sperduto tra i monti, grazie a lui si è trasformato in un luogo di speranza e cura. Oggi, ovunque si vada Oasi è sinonimo di Troina, e Troina è sinonimo di Oasi, sono l’uno la concretizzazione dell’altro. Ma Padre Ferlauto non si è solo limitato a creare questa bella realtà, giorno dopo giorno mosso dalla grande fede che aveva, dalla passione e dalla vitalità che lo contraddistinguevano, ha fatto si che l’Oasi crescesse sempre proiettata al futuro, perché diceva “C’è ancora tanto da fare e si può fare ancora tanto”.

Quando lo incontrai la prima volta, insieme ad altri ragazzi, all’inizio di un tirocinio, rimasi colpita da quest’uomo; mi colpì il suo sguardo diretto, sincero e magnetico, ebbi la sensazione che scrutasse l’anima della gente e non l’aspetto. Le sue parole erano, parole semplici, calde ed empatiche, di quelle che ti scuotono dentro. Parlava del futuro, di noi giovani e di quanto si potesse fare, ci raccomandava di affidarci a Dio e di lasciare che ci indicasse la strada. Durante quell’incontro disse una frase, rimasta indelebile nella mia mente, “Voi credete di essere qui per caso, ma non è così, è Lui che vuole questo” e con un dito indico il cielo.

Il mio tirocinio all’interno dell’IRCCS, non è stato un tirocinio come tanti ma, è stato un percorso di vita. Un’esperienza che mai dimenticherò per tutto ciò che mi ha regalato. Infatti, ogni mattino entravo nella struttura convinta di sapere chi ero e dove stessi andando e puntualmente ne uscivo spaesata e “turbata”. Toccare con mano la sofferenza e la speranza di chi sta male ti porta a mettere le tue certezze in discussione e a rivedere il tuo modo di percepire il prossimo ed il mondo. Infatti, non è raro entrare all’Oasi e ritrovarsi davanti persone che soffrono, ma è eccezionale vede come queste persone riescono a reagire davanti alla sofferenza. Pazienti, familiari, operatori, volontari e quanti quotidianamente vivo la disabilità, infondono tanta speranza e serenità. Padre Ferlauto quel giorno disse anche un’altra cosa importante “Pensate se a loro posto ci foste voi”, voleva farci riflettere. Questa frase mi accompagnò, nei nove mesi passati all’Oasi e, fece nascere in me un grande senso di responsabilità. Mi sentivo responsabile del mio lavoro, proprio perchè mi domandavo “Se ci fossi io al posto loro? Vorrei che questa cosa fosse fatta con la massima serietà e professionalità”, una responsabilità che nasceva dal voler dare delle risposte concrete alla sofferenza altrui, una responsabilità nata dall’Amore per il prossimo. La sua scomparsa lascia un grande vuoto all’interno della comunità troinese e non solo, ma la sua opera continuerà. La sua creatura sarà sempre pronta ad accogliere e amare i più bisognosi, sarà la testimonianza del suo grande cuore e della sua grande fede, perché come diceva lui “Se avete fede in me farete le cose che io compio e ne farete di più grandi”.

Grazie Padre per ciò che ha realizzato.
Grazie per ciò che ci ha insegnato.

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