La maggioranza di esperti che dubita dell’auto elettrica

di Redazione
08/05/2023

Molte case automobilistiche nutrono forti dubbi riguardo le auto elettriche e sul fatto che possano rappresentare l’unico futuro possibile per quanto riguarda la mobilità. Questo non è del tutto lontano dalla verità, e ci sono validi motivi a prova del fatto che la corsa all’auto elettrica in realtà possa rappresentare un vicolo cieco, o almeno lo è secondo la direzione che stiamo prendendo. 

Diversi studi dimostrano che quelle affrontate non sono altro che sfide impossibili da superare, e che le esigenze di mercato non riusciranno a garantire uno sviluppo tecnologico continuo. Complice anche la recente crisi che ha colpito il mercato, che ha visto una riduzione sostanziale delle materie prime per la progettazione e costruzione di nuovi veicoli.

Il mercato automobilistico da sempre è in continua evoluzione, integrando nuove tecnologie al passo con i tempi; basti pensare all’abs che ha visto il suo evolversi solo meno di 50 anni fa, o al perfezionamento dell’impianto frenante. Pochi se pensiamo che i primi veicoli a benzina risalgono all’inizio del 1910.

Se pensiamo invece al futuro e alle esigenze a cui il mercato deve sottostare, può risultare difficile che avvengano dei reali cambiamenti sul breve termine, e questo ha portato non poca preoccupazione tra le case automobilistiche, che sempre di più nutrono forti dubbi nei confronti di un mercato che pretende tanto in poco tempo.

Cresce la preoccupazione tra le aziende

La preoccupazione del settore sta crescendo, in particolare per quanto riguarda l’approvvigionamento di parti e materie prime per la costruzione di nuove batterie. Altre preoccupazioni riguardano la velocità con cui il passaggio all’elettrico limiterà l’acquirente, che si ritroverà in davvero poco tempo a dover cambiare auto dovendo spendere grandi quantità di denaro. I veicoli elettrici infatti, continuano a salire di prezzo, e il mercato sembra non tendere ad una standardizzazione, quindi risulta impensabile pensare di poter mantenere l’attuale progresso nella produzione di veicoli elettrici.

L’utilizzo del litio come materiale per la costruzione di nuove batterie non può rappresentare l’unica soluzione per il futuro. Ad oggi le riserve stimate sono circa 73 milioni di tonnellate, ma non tutto il materiale è effettivamente estraibile. A questo va aggiunto che il 2022 ha visto un deficit di circa 5000 tonnellate, e secondo gli esperti, per poter garantire un livello di produzione standard nei prossimi 10 anni, servirebbero 20 volte questi valori.

Molte tra le aziende più note sono convinte che questa migrazione del mercato all’elettrico è di fatto irrealizzabile, e che il termine ultimo per il passaggio totale dato dall’unione europea rappresenti un azzardo. Il troppo ottimismo potrebbe risultare infatti antiproducente, con leggi severe inserite solo per dare soluzione ad un problema impossibile da risolvere in così breve tempo.

L’idrogeno non è l’unica opzione a cui bisogna pensare

Di recente in molti si sono espressi sulla questione idrogeno, descrivendolo come l’unico modo per poter creare nuove batterie in futuro; ma parlare in questi termini rappresenta un pericolo per l’industria, per il clima e per il consumatore che ne usufruisce. Non può esserci un unico sistema di propulsione in tutto il mondo, bisogna prendere in considerazione più strade e non far si che l’uso dell’idrogeno diventi l’unica strada percorribile.

L’uso di idrogeno presenta dei problemi fondamentali, prima di tutto la mancanza di infrastrutture e la totale assenza di una distribuzione ancora da mettere in chiaro; in secondo luogo, l’unico idrogeno al momento utilizzabile sembra essere “l’idrogeno verde” poiché è in grado di azzerare le emissioni di CO2, e questo risulta ancora troppo costoso rispetto ad altri combustibili fossili nonostante i progressi tecnologici che ne hanno favorito l’estrazione.

Ciò che occorre è prendere in considerazione altri tipi di materiali, che possano risultare più duraturi e che siano in grado di azzerare le emissioni, ma soprattutto pensare in termini reali e non fantascientifici basati su promesse irrealizzabili.

Quel che è chiaro è che le sfide da affrontare sono ancora molteplici e il troppo ottimismo potrebbe mettere decisamente il bastone fra le ruote all’inevitabile avanzata del futuro. L’obiettivo è che entro il 2035 il modo di pensare ai trasporti debba passare prima di tutto attraverso una strategia razionale, realizzando diverse tecnologie per la propulsione, attraverso diversi punti di vista per intendere il trasporto sia pubblico che privato. 

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