Le bufale, i social e gli amministratori pubblici con la clava

di Giovanni Doe
17/03/2020

E’ sempre spiacevole intervenire quando si tratta di amministratori pubblici. E’ spiacevole ma negli ultimi tempi è diventato necessario perché alcuni utilizzano Facebook come se fosse una clava, ignorando le fondamenta del confronto e del buon vivere civile. Utilizzano le pagine dei social e i commenti per pugnalare: è un malcostume irritante e becero. Ne prendiamo atto.

Diciamo subito che noi preferiamo non scendere al loro livello e quindi non lo faremo: non scriveremo un post su Facebook ma non possiamo fare alcune considerazioni. Qualche giorno fa abbiamo scritto un articolo in cui davamo conto, perché così ci era stato detto da una fonte qualificata, che vi era un terzo caso di Coronavirus a Sant’Agata di Militello. Lo abbiamo scritto e abbiamo lasciato lì il pezzo (che potete ancora vedere) anche di fronte alle accuse scomposte di alcuni lettori e all’ambigua smentita del sindaco di Sant’Agata di Militello. Abbiamo tenuto il punto come fa ogni buon cronista che si fida delle proprie fonti: alla fine abbiamo scoperto che la signora di cui noi abbiamo scritto era stata veramente sottoposta a tampone e che è risultata negativa. Siamo stati e siamo contenti.

Certamente ci siamo sbagliati (o meglio chi ci ha dato la notizia non era abbastanza informato e ci ha dato una sola) ma avevamo colto nel segno: la verifica è stata fatta. Qualcuno continua a parlare di bufala ma forse l’unica bufala che conosce è la mozzarella. Perché quella tecnicamente non era una bufala né una fake. Continuiamo a dirlo perché certamente siamo convinti di aver commesso un errore di valutazione (della fonte che ci ha raccontato il fatto soprattutto) ma di aver continuato a fare per tutto il tempo quello che un giornale deve fare: dare le notizie. Tutte non solo quelle che fanno piacere a questo o a quell’amministratore, a questo o a quel politico. Ma spesso gli amministratori (e sui Nebrodi questo capita spessissimo) alle notizie non sono abituati e reagiscono in maniera scomposta. Sarebbe pure il caso che l’Anci (l’Associazione dei comuni) cominciasse a promuovere corsi di comunicazione e di comportamento sui social per gli amministratori locali i quali pensano che delegittimare gli altri, con battute da bar, sia una linea di difesa vincente.

Le istituzioni, anche quelle più piccole (anzi soprattutto quelle più piccole) meritano rispetto e comportamenti all’altezza: chi ha cariche ha il dovere della compostezza perché rappresenta non solo se stesso ma la comunità. Lo diciamo con garbo al sindaco di Sant’Agata di Militello, che è persona perbene, e che da primo cittadino di un comune grande e importante farebbe bene a prendere le distanze da comportamenti da guappo di periferia di certi amministratori comunali. Noi siamo liberi, laici e senza pregiudizi. Siamo fallibili come tutti ma non tolleriamo che qualcuno si erga a padreterno cercando di ridicolizzare noi per nascondere i suoi difetti. E per ora e tutto.

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