Elezioni a Librizzi, ricorso al Tar per chiedere l’annullamento
Un ricorso al Tar Sicilia di Catania per chiedere l’annullamento delle amministrative svoltesi, un mese fa, a Librizzi, che hanno visto la vittoria del riconfermato sindaco Renato Di Blasi. A presentarlo sono sette cittadini – Sebastiano Pancaldo, Alessandro Furnari, Giuseppe Casella, Paolo Caruso, Nicolò Campana, Nicola Campana, Giovanni Adamo e Francesco Adamo, rappresentati dall’avvocato Stefano Polizzotto – contro il Comune nebroideo, il Consiglio comunale e la Commissione elettorale circondariale di Patti.
Tutto nasce dalla dichiarazione di incandidabilità, arrivata al primo Consiglio comunale, del candidato sindaco Francesco Tricoli, arrivato secondo dietro al primo cittadino eletto Renato Di Blasi e davanti a Nunzio Scaglione, giunto terzo e approdando in consiglio comunale. Tricoli ha annunciato di voler chiarire la propria posizione e di essersi rivolto ad un legale per impugnare gli atti del consiglio comunale.
Intanto però i ricorrenti hanno chiesto preliminarmente al Tribunale amministrativo regionale etneo di fissare l’udienza di discussione del ricorso e poi, nel merito, di annullare il provvedimento di ammissione della lista “Librizzi Rinasce” e del candidato a sindaco Francesco Tricoli e di conseguenza di azzerare le operazioni elettorali del 12 giugno scorso e di disporre la ripetizione delle elezioni comunali.
“Le elezioni del 12 giugno scorso – si legge nell’atto – devono essere annullate poiché Tricoli vi ha partecipato, nonostante la sua incandidabilità. La presenza di Tricoli e della sua lista “Librizzi Rinasce”, lo ricordiamo – entrambi ammessi dalla Commissione elettorale circondariale di Patti il 18 maggio scorso -, ha prodotto un effetto perturbante sulle elezioni – per l’entità dei voti ottenuti dal candidato a sindaco e dalla lista e hanno pertanto alterato la competizione. E, visto che sussiste un collegamento tra il candidato a sindaco e la lista, questo determina la nullità della partecipazione anche della stessa lista, in assenza della quale si impone il fondato sospetto che l’esito della consultazione sarebbe potuto essere diverso. Risulta evidente pertanto – conclude il ricorso – che la partecipazione alla competizione elettorale di un candidato a sindaco in condizioni di incandidabilità comporta l’invalidità di tutte le operazioni elettorali e non della sua sola elezione”.