Mafia, chi comanda sui Nebrodi: la mappa e gli interessi dei clan
È stata pubblicata la relazione al parlamento della Direzione investigativa antimafia relativa al primo semestre del 2021 che nel contesto della “lettura” aggiornata del fenomeno mafioso siciliano dedica come sempre una parte anche a Messina e alla sua provincia. Al centro delle aree di interesse di cosa nostra palermitana e catanese nonché della ‘ndrangheta, la mafia messinese viene influenzata a seconda della contiguità l’influenza dell’una o dell’altra organizzazione criminale. E’ anche per questo che i gruppi mafiosi di Barcellona Pozzo di Gotto e quelli dell’area dei Nebrodi attivi nella zona al confine con la provincia di Palermo hanno strutture organizzative e modus operandi analoghi a quelli di cosa nostra palermitana (in particolare ci si riferisce al mandamento palermitano di San Mauro Castelverde, nel cui ambito rivestono ruoli di rilievo soggetti di origine messinese).
La mafia dei Nebrodi
Nel territorio dei Monti Nebrodi risultano attivi i sodalizi dei “tortoriciani”, dei “batanesi” e dei “brontesi”, nei confronti dei quali recenti investigazioni hanno evidenziato l’accaparramento dei terreni agrari e pascolivi per beneficiare di fondi comunitari destinati allo sviluppo delle zone rurali. Nella “zona nebroidea” risulta presente anche la famiglia di Mistretta, legata al mandamento palermitano di San Mauro Castelverde e nel cui ambito opererebbero soggetti di origine messinese. Assunto confermato dall’arresto eseguito il 19 gennaio 2021 di un esponente di spicco del mandamento di San Mauro Castelverde, accusato di essere il mandante dell’omicidio di un soggetto ritenuto vicino ad ambienti mafiosi nebroidei. Il delitto è stato consumato ad Acquedolci nel settembre del 2001. L’operazione Alastra ha confermato come il mandamento di San Mauro Castelverde avesse messo gli occhi sulle attività imprenditoriali e produttive dei Nebrodi, con propositi estorsivi.

La mafia e le capacità imprenditoriali
La DIA ha evidenziato in particolare la capacità di alcune organizzazioni mafiose messinesi di espandersi in altre province confinanti dove hanno esportato una specifica competenza nell’acquisizione illecita di finanziamenti pubblici destinati al settore agro-pastorale. Tale aspetto insieme alla gestione del gioco d’azzardo sottolinea l’evoluzione di alcune consorterie messinesi che appaiono capaci di affiancare ai reati tipici dell’associazione mafiosa specifiche capacità imprenditoriali nella gestioni di attività criminali più remunerative e meno esposte al rischio di contrasto da parte delle forze di polizia.