Mafia sui Nebrodi: giro d’affari da 50 milioni

di Salvo Lapietra
25/05/2016

La mafia sui Nebrodi ha un giro d’affari di 50 milioni e può contare su un esercito di almeno mille persone. Sono i numeri delle organizzazioni mafiose nell’area dei Nebrodi. Numeri in linea con quanto annunciato dai componenti della commissione parlamentare Antimafia che ha fatto tappa, nei giorni scorsi, al Parco dei Nebrodi dove ha incontrato il presidente Giuseppe Antoci, bersaglio di un attentato la scorsa settimana. La delegazione dell’Antimafia, guidata da Rosy Bindi, ha anche ascoltato il procuratore di Messina Guido Lo Forte.

Nei giorni scorsi il quotidiano Il Sole 24Ore ha raccontato uno spaccato delle organizzazioni criminali: Sui Nebrodi, ha raccontato chi conosce dal di dentro uomini e cose, agisce indisturbato ormai da oltre un decennio un esercito di un migliaio di persone al servizio dei boss: in 600 dipendono direttamente da chi comanda mentre sono almeno 400 gli imprenditori che per paura o convenienza si sono messi al servizio delle famiglie mafiose. Una geografia criminale in cui i protagonisti sono soggetti che hanno tra i venti e quarant’anni, con una cultura elementare, e tanti, tantissimi soldi da spendere la cui provenienza va cercata negli affari sporchi di questo pezzo di terra di Sicilia. Manovalanza, si direbbe, che lavora anche in proprio quando è il caso. Furti di animali, estorsioni nelle campagne, furti di mezzi agricoli. C’è un tariffario per il riscatto da pagare per gli animali: tremila euro per 10 cavalli, 500 euro per sei pecore, 10mila euro per la restituzione di 25-30 vacche. Ma il giro d’affari dell’abigeato è più ampio. C’è stata e c’è ancora la macellazione clandestina ma c’è anche un altro affare, si racconta, quello dello scambio degli animali con la droga con altre organizzazioni criminali più potenti come la ’ndrangheta e la camorra: migliaia e migliaia di animali che prendono la via della Calabria, soprattutto nel reggino, o della Campania, nell’avellinese e nel salernitano. In cambio si riceve cocaina che gira alla grande in quest’area dei Nebrodi, insieme alla marjiuana, all’hashish. Le minacce e le violenze spingono a scappare gli onesti presi di mira continuamente. Chi ha osato denunciare è anche finito male: sono una decina i morti ammazzati negli ultimi vent’anni.

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