Migranti, parla il sindaco di Castell’Umberto e attacca il prefetto

di Salvo Lapietra
15/07/2017

“Questa è anarchia gestita dalle istituzioni”. Non usa mezzi termini il sindaco di Castell’Umberto Vincenzo Biagio Lionetto che ha indossato la fascia tricolore e presidia l’Hotel Il Canguro, la struttura dove, da ieri sera, sono ospitati un trentina di giovani migranti inviati qui dalla prefettura di Messina: “Un blitz in piena regola – dice il sindaco -. Ormai siamo a questo punto: le istituzioni non si fidano dei comuni e organizzano blitz come questo”.

Cosa è successo in concreto?
“Ieri sera il prefetto alle 21,58 mi ha telefonato per dirmi che avrebbero mandato i migranti. In verità i migranti erano già qui e nonostante la struttura fosse senza energia elettrica hanno organizzato tutto con i gruppi. Quando io sono arrivato erano già dentro. Lo vuole sapere cosa penso?”
Mi dica.
“Secondo il prefetto i sindaci non contano un cazzo, ecco l’ho detto. Non contano assolutamente nulla. E il nostro parere non vale niente”.
Perché dice così?
“A dicembre l’albergo utilizzato per ospitare i migranti era stato dichiarato inagibile, non aveva le condizioni minime per ospitare i turisti. Ora li ha per i migranti? Tra l’altro è gestito da una cooperativa di Palermo e ieri sera mi sono ritrovato con un gruppo di giovani palermitani pronti a lavorare. Ma non c’è solo questa questione che pure mi sembra rilevante”.
Che altro?
“Noi siamo contrari perché non ci sono i requisiti. Ma c’è anche un metodo assurdo: nessun tipo di coordinamento, di accordo con le amministrazioni locali. Un blitz in piena regola. Io quando devo fare qualcosa, per dire un’iniziativa, mi obbligano a rispettare una serie di regole. Loro si comportano così. Ma non c’è solo questo”.
Che altro succede?
“Lo Stato è attivo quando si tratta di fare i blitz ma non lo è quando deve fronteggiare i problemi dei cittadini. Noi, a causa del dissesto idrogeologico, abbiamo 40 famiglie senza casa: ho dovuto fare un’ordinanza di sfratto. Lo Stato ci ha risposto: i soldi sono finiti, arrangiatevi”.

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