Militello Rosmarino, ancora guai giudiziari per Franco Galati

di Redazione
20/06/2020

Franco Galati dovrà tornare sul banco degli imputati. Il 56enne militellese sta conducendo da tempo una battaglia contro l’amministrazione comunale di Militello Rosmarino, guidata dal sindaco Riotta, con una serie di video pubblicati sulla sua pagina facebook che gli sono costati l’accusa di diffamazione, con le aggravanti dell’uso di pubblicità telematica e perché l’offesa è rivolta ad un corpo politico e ad una sua rappresentanza.

I fatti contestati sarebbero, infatti, avvenuti tra l’estate e l’autunno dello scorso anno, all’indomani della condanna in primo grado con rito abbreviato. Per il giudice del primo grado l’operaio militellese aveva già posto in essere condotte fortemente diffamatorie e minacciose nei confronti del sindaco di Militello Rosmarino, Salvatore Riotta, del presidente del consiglio comunale Antonino Mileti e, più in generale nei confronti dell’amministrazione comunale.

In particolare, questa volta, Galati avrebbe in tre diverse occasioni, reiterato il reato di diffamazione, incurante della condanna già subita, il 5 e il 20 luglio 2019 e il 26 ottobre dello stesso anno postando video sul social facebook dal contenuto minaccioso e diffamatorio, recando offesa all’onore e alla reputazione di amministratori comunali quali il presidente del consiglio comunale Antonino Mileti, il sindaco Salvatore Riotta, i consiglieri Luigi Lupica, Benedetta Fazio, Lucia Antonella Bologna ed Angela Musarra.

Per questi fatti il GIP del Tribunale di Patti, Ugo Molina aveva emesso ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di dimora a Militello Rosmarino, lo scorso 4 dicembre. Accuse che il legale di fiducia di Franco Galati, l’avvocato Massimiliano Fabio, aveva ritenuto sproporzionate ed eccessive, rispetto ai fatti oggetto di contestazione. La tesi è stata accolta dal tribunale del Riesame di Messina che ha annullato l’ordinanza su istanza presentata dall’avvocato Fabio. Dal 9 giugno, intanto, Franco Galati è ristretto ai domiciliari, dopo un aggravamento della precedente misura cautelare di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, disposta dalla della corte di Appello di Messina.

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