Mistretta, a rischio chiusura il Pronto Soccorso dell’ospedale

di Giuseppe Salerno
09/02/2023

Con il personale sempre più ridotto ai minimi termini rischia di chiudere molto presto i battenti il Pronto Soccorso dell’ospedale “SS Salvatore” di Mistretta. Si vocifera entro la fine del mese di febbraio.  Si tratterebbe di una misura estrema, senza precedenti, che il presidente che il vice presidente della commissione sanità all’ARS, gli onorevoli Giuseppe Laccoto e Calogero Leanza, contattati da Nebrodi News, dicono di stare attenzionando e sulla quale stanno lavorando nel tentativo di scongiurarla in ogni modo.  

L’emorragia di medici scoppiata nei dipartimenti di emergenza urgenza in tutta l’Isola, mai stata così dissanguante, non risparmia in Pronto Soccorso amastratino che al momento garantisce il servizio 24 ore su 24 con soli 4 medici, a fronte dei sette previsti dalla pianta organica. Quattro medici che il prossimo 21 febbraio diventeranno 3, e se non arriveranno nuove forze a rimpinguare le file dei camici bianchi, c’è il rischio concreto che l’Asp di Messina si trovi costretta a chiudere il Pronto Soccorso per poi convogliare le forze disponibili presso l’unità operativa di emergenza-urgenza dell’ospedale di Sant’Agata di Militello.

Il problema non riguarda solo Mistretta. La Società italiana di medicina d’emergenza urgenza afferma che nei Pronto Soccorso italiani mancano circa 5000 medici. Garantire l’assistenza è sempre più difficile anche perchè il numero di pazienti che resta a lungo in Pronto Soccorso in attesa di ricovero, con i tagli perpetrati in passato sui posti letto, aumentano sempre più. La carenza dei medici potrebbe far peggiorare ancora l’assistenza sanitaria. Nei prossimi cinque anni, secondo alcune proiezioni entro il 2027 andranno in pensione 41.000 tra medici di famiglia e dirigenti medici, che diventano 50mila se consideriamo tutti i medici del Servizio sanitario nazionale. A questo si aggiunge il fenomeno della fuga dagli ospedali: dal 2019 al 2021 hanno abbandonato l’ospedale circa 8.000 camici bianchi per dimissioni volontarie dovute al peggioramento delle condizioni di lavoro. Parallelamente, sempre più medici di famiglia scelgono il prepensionamento.

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