Mistretta, ai piedi del castello emergono reperti risalenti all’epoca greco-romana

di Giuseppe Salerno
28/03/2018

Le origini della città di Mistretta hanno sempre appassionato intere generazioni di storici, che si sono confrontate su due ipotesi diverse legate a due antichi toponimi, Mete’’Ashtart (uomini di Astarte) o Am’Ashtart (popolo di Astarte),  da cui deriva il toponimo greco Amestrata. Ciò che, in ogni caso, appare chiaro, è l’origine semitica della nomenclatura, che sembrerebbe indicare una presenza fenicia nella zona in cui sorge oggi l’attuale centro di Mistretta.

Il nome Amestratinoi, con il quale sono identificati i cittadini dell’antica Mistretta compare per la prima volta in una stele ritrovata nella vicina città greca di Halaesa. I romani la chiamarono Mytistratos. La tradizione fa risalire le origini di Mistretta ai Sicani, che lasciarono prove inconfondibili dei loro stanziamenti nelle costruzioni in pietra e negli oggetti di ceramica, molto simili a reperti di civiltà sicana ritrovati nell’Asia Minore. Ritrovamenti di utensili in ossidiana fanno supporre la presenza di autoctoni in età preistorica. Fondata dai Fenici nel terzo secolo A.C. fu colonizzata dai greci e conquistata dai romani che la elessero citta decumana.

Proprio il ritrovamento, secondo indiscrezioni, dei resti di una città greco-romana, e in particolare di un edificio che dalle mura sembra avere tutte le caratteristiche di una villa urbana risalente al terzo secolo avanti Cristo, confermerebbe quanto sia già stato raccontato in qualche libro, ossia che la città di Mistretta è uno dei centri nebroidei più antichi e ricchi di storia. L’area adiacente alla chiesa della Santissima Trinità, nello spiazzo Largo Progresso, in cui insiste l’attività di scavo, dallo scorso settembre, sottoposta a vincolo da parte della competente Sezione Archeologica della Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Messina, a seguito del ritrovamento di resti umani, sembra custodire un tesoro di inestimabile valore.

Una piccola città risalente all’epoca romana edificata ai piedi del castello le cui mura di cinta, a sud-est dello scavo, secondo alcuni studiosi ed appassionati di archeologia e storia di Mistretta, erano state erette proprio dove oggi insiste il Santuario dedicato alla Madonna dei Miracoli. Ulteriori riscontri e notizie auspichiamo di acquisirne nei prossimi giorni. Il prossimo 4 aprile la dottoressa Gabriella Tigano, dirigente responsabile  della Sezione Archeologica, della Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Messina, ha programmato un sopralluogo nell’area interessata dagli scavi a seguito del quale cercheremo di ottenere ulteriori nuove in merito, soprattutto, alle decisioni, relative ai futuri lavori di ricerca e/o conservazione, che intenderà adottare l’Ente responsabile alle azioni di tutela.

 

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