Mistretta, fondi rustici: disapplicato il protocollo antimafia Antoci e ora è il caos

di Giuseppe Salerno
30/12/2016

Mistretta – Fumata nera all’ennesima convocazione del Consiglio, prevista per le ore 10.30 dello scorso giovedì 29 dicembre, per trattare argomenti tra cui il considerevole regolamento dei Fondi Rustici e la delibera relativa alla ricognizione e valorizzazione del Patrimonio immobiliare, triennio 2016/2018.

« Sembra esserci una vera e propria congiura –  afferma il presidente del consiglio Felice Testagrossa . E’ la terza volta che il civico consesso, convocato per trattare proposte di delibere, viene rinviato, questa volta, per la mancata espressione dei pareri su alcuni emendamenti proposti dai consiglieri comunali. La mancata adozione di questi atti continua a tenere col fiato sospeso decine di allevatori – prosegue Testagrossa – poiché l’esame e l’approvazione degli stessi è propedeutica per l’emanazione di bandi pubblici e, conseguenzialmente, all’assegnazione dei fondi comunali.  In atto i contratti scaduti pregiudicano la partecipazione ai bandi comunitari  da parte di parecchie aziende. L’applicazione del protocollo di legalità, promosso dal presidente del Parco dei Nebrodi, Peppe Antoci, ancora oggi rimane disapplicato, nonostante la sottoscrizione e l’adesione da parte di questa amministrazione comunale».

Il primo consiglio comunale, convocato per trattare la delicata questione fondi rustici con l’approvazione della ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare, il regolamento per l’assegnazione dei fondi, viene rinviato, la prima volta, lo scorso 12 dicembre per la mancata apposizione dei pareri da parte del revisore unico dei conti (assente), su alcuni emendamenti presentati dai consiglieri in corso di seduta. Il consiglio comunale riconvocato la settimana successiva, non riesce ad entrare nel merito della questione poiché, ad inizio seduta, il segretario comunale fa rilevare un vizio procedurale che avrebbe potuto invalidare l’assemblea giacché l’ordine del giorno, così come fatto rilevare dallo stesso funzionario, non risultava essere stato pubblicato all’albo online dell’Ente.

Quando tutti pensavano che fossero oramai maturi i tempi per la definizione dell’annosa questione, accade l’inaspettato: la seduta del civico consesso di ieri si conclude con l’ennesimo rinvio. Il presidente del consiglio comunale, prendendo atto della mancata apposizione dei pareri da parte dei funzionari responsabili dell’area patrimonio e del responsabile facente funzioni, della dichiarata impossibilità, da parte del segretario comunale, ad esprimere parere, per quanto di propria competenza, pone a votazioni una proposta formulata dal consigliere Vincenzo Tamburello: posticipare ed aggiornare il consiglio comunale per le ore 19:30 al fine di consentire al sindaco ed al segretario comunale di reperire i funzionari preposti all’apposizione dei pareri. Tamburello comunica altresì la decisione ,del gruppo di maggioranza opposizione,  di occupare l’aula consiliare in forma di protesta ritenendo assurdo il fatto che non si riesca definire in via definitiva l’argomento, addebitando tutte le responsabilità sull’organo di governo e sulla, a suo dire, pessima e disastrosa amministrazione della cosa pubblica.

I lavori riprendono alle 19:30 e subito, il presidente del consiglio, prendendo atto dell’immutata situazione contesta la mancata attivazione per le definizioni delle procedure. Il consigliere Tamburello, denuncia ed afferma pubblicamente un presunto reato di omissione in atti d’ufficio, perpetrato dal segretario comunale, ritenendo grave la mancata espressione dei pareri, da parte dello stesso segretario comunale, in assenza dei funzionari, così come previsto dall’articolo 23 del regolamento per il funzionamento del consiglio comunale. Lo stesso consigliere chiede al presidente del consiglio di demandare la definizione della questione mediante un intervento sostitutivo al consiglio comunale, della Prefettura di Messina, pretendendo la trasmissione dei verbali, relativi alle ultime tre sedute di civico consesso, alla competente Procura, presso il Tribunale di Patti, per le valutazioni di competenza.

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