Una vera e propria cerimonia alla quale ha partecipato buona parte della città, organizzata dall’associazione mistrettese Amastra Fidelis , la quale si propone di valorizzare tutta la tradizione storico – religiosa della comunità. Una cerimonia, nella chiesa dedicata al Santo patrono di Mistretta, nel corso della quale i fedeli hanno potuto apprezzare gli straordinari interventi di restauro sulla statua di San Sebastiano, ad opera delle restauratrici amastratine, Francesca Antoci e Sebastiana Manitta, che hanno permesso di riportare, quanto più possibile allo stato originario, l’opera realizzata dallo scultore Noè Marullo, 110 anni fa. Un lavoro attento e meticoloso armonizzato dall’attenzione di Padre Michele Giordano, responsabile del Patrimonio Artistico della Parrocchia, e da Amastra Fidelis.
Un eccellente lavoro di recupero e conservazione che mette in risalto la competenza delle due restauratrici, le stesse che hanno lavorato al restauro conservativo delle superfici lignee ed al consolidamento strutturale della statua del SS. Ecce Homo, custodito nella chiesa di Santa Maria di Gesù di Mistretta, le quali raccontano nei particolari, a Nebrodi News, l’intervento di restauro della statua di San Sebastiano, realizzata nel 1908.
“Questo risultato – spiegano Francesca e Sebastiana – è stato ottenuto seguendo la metodologia operativa del restauro conservativo, che si basa su principi ben precisi: la reversibilità e la distinguibilità dell’intervento, oltre al rispetto delle superfici originali. Preceduto da una dettagliata documentazione fotografia, necessaria a documentare lo stato di conservazione della statua realizzata anche durante e dopo il restauro, l’intervento si è sviluppato secondo le seguenti fasi:
Un intervento durato due mesi che ha permesso di riportare alla luce la reale cromia voluta dall’autore 110 anni fa, con risultati dai punti di vista tecnico e stilistico, a detta degli esperti, “perfetti”.
Diversi gli interventi nel corso della cerimonia. Interessante quello del dottore Mario Portera, vicepresidente dell’Associazione Amastra Fidelis, il quale ha spiegato che in occasione del restauro del San Sebastiano sono state scoperte importanti elementi sull’utilizzo dell’immagine del San Sebastiano di Noè Marullo. “Il Noè Marullo – spiega Portera – in occasione della sostituzione della statua al fercolo, avvenuta nel 1908, benchè ispirato da canoni neoclassici e liberty, ne ha mantenuto le giuste proporzioni contribuendo, con la sua opera, ad impreziosire il patrimonio culturale della nostra Città. Durante il restauro utilizzando metodiche scientifiche , per ridare al San Sebastiano i colori originali, abbiamo confrontato i colori che emergevano nella statua con quelli delle statuette devozionali dei devoti di Mistretta ed abbiamo ritrovato due etichette dalle quali si è potuto ricostruire il percorso fatto dalle statue. Siamo riusciti a risalire alla provenienza della fabbrica che le ha prodotte. La realizzazione delle statuette devozionali di San Sebastiano di dimensioni ridotte, alcune delle quali ritenute bozzetti realizzati dalle stesso Noè Marullo – continua il vice presidente di Amastra Fidelis – appartengono alla produzione della ditta Francesco Rosa e C. e sarebbero state realizzate tra il 1930 ed il dopoguerra, ovvero quando iniziarono i primi viaggi migratori verso la Capitale, nonché un primo turismo religioso legato ai Giubilei del 1950 e del 1975. Qualcuno, originario di Mistretta o lo stesso Noè Marullo, abbiamo dedotto, potrebbe aver fornito la fotografia del nostro San Sebastiano, sicuramente realizzato nel 1906 al fine di farlo replicare”.
Infine, Lirio Di Salvo, componente dell’associazione Amastra Fidelis, ha illustrato ai presenti il calendario delle manifestazioni , “Mistretta in Festa”, ricco di avvenimenti di qualsiasi tipo: culturale, fokloristico, naturalistico, religioso, ludico e tanto altro. Un lavoro difficile e meticoloso quello in cui si sono cimentati gli organizzatori per cercare di programmare, nel miglior modo possibile, gli spazi tra una festa e l’altra che, prima di costituire momenti d’aggregazione e di celebrazione di ricorrenze sacre e profane, rappresentano effimere e privilegiate occasioni in cui esprimere il dominio sull’immaginario.