Nebrodi contro la “tassa” sui Consorzi di bonifica
La definiscono una tassa, la bollano come iniqua e ne chiedono la soppressione. Arriva dai Nebrodi la battaglia contro i Consorzi di bonifica, bollati come meri carrozzoni che poco hanno a che vedere con le bonifiche e tutto il resto ma che pesano sui contribuenti con una vera e propria imposizione.
Promotore di questa battaglia Calogero Emanuele, dirigente del Comune di Galati Mamertino, sindacalista, che ha deciso da tempo di portare avanti questa iniziativa chiamando a raccolta tutti gli altri Comuni dei Nebrodi per ottenere l’eliminazione di una tassa che definisce “incostituzionale”: “Si tratta – dice – di una battaglia avviata a Galati Mamertino e anche da altri Comuni ma che malgrado tutto, la Regione continua ad imporre il pagamento di una iniqua, ingiusta, incostituzionale tassa di 44 € annua ai cittadini che in alcuni casi non risultano né proprietari, né possessori, né beneficiari di servizi. Una tassa che nel 2021 è destinata a raddoppiare (circa 88 euro l’annuo). I Comuni interessati tutti e quelli soprattutto dei Nebrodi (Sant’Agata di Militello, Longi, Galati Mamertino, S. Marco d’Alunzio, Militello Rosmarino, Santo Stefano di Camastra, Mistretta, San Fratello, San Salvatore di Fitalia) non possono subire questa ingiustizia dell’essere soci di un Consorzio calato dall’alto”.
Per Emanuele il governo regionale deve “sgravare i cittadini da tale imposizione” e invita tutti gli amministratori a fare altrettanto: “Bisogna reagire – continua – mettere insieme sindaci, sindacati, associazioni di consumatori”.