Nebrodi, “fuoristradisti” salvano mucca intrappolata nel fango

di Giuseppe Salerno
18/09/2020

Sono riusciti in extremis a salvare una mucca, oramai con poche speranze di farcela, tirandola fuori dal solco fangoso in cui era sprofondata. E’ successo in pieno Parco dei Nebrodi, nei pressi del lago Maulazzo, l’invaso artificiale, di circa 5 ettari alle pendici nord-orientali di Monte Soro, dove un gruppo di escursionisti di San Fratello, qualche giorno fa, si trovava per una passeggiata rilassante.

Nel bel mezzo della camminata nell’area boschiva ricca di flora e fauna, questo gruppo di giovani amanti della natura odono dei gemiti animali provenire da un’area poco distante da loro. Si avvicinano e notano una mucca intrappolata in un punto in cui il terreno, saturo di acqua, aveva per metà “inghiottito” il bovino adulto. Nell’avvallamento dov’era andato a finire l’animale, caratterizzato da una poca capacità di sostenere pesi, più lo stesso si dimenava per cercare di uscire, più lentamente sprofondava.

I giovani intuiscono che non c’è tempo da perdere e immediatamente, non sapendo come poter aiutare la mucca in difficoltà, chiamano dei loro amici di Alcara Li Fusi con la passione per il fuoristrada, indicando loro la posizione esatta. In men che non si dica sul posto arrivano alcune jeep equipaggiate per il fuoristrada estremo. I fuoristradisti, sprezzanti del pericolo, rappresentato dal solco fangoso, imbracano l’animale con delle funi e con l’ausilio dei verricelli montati nei loro fuoristrada estraggono il bovino dal solco fangoso strappandolo ad una morte certa.

L’animale, privo di forze, viene immediatamente alimentato con del mangime che l’allevatore, proprietario dello stesso, anch’egli allertato dai giovani escursionisti, aveva portato nella “sacchina”,  la sacca di tela lona usata generalmente dai contadini a tracolla per trasportare il pranzo. Un salvataggio dal quale emerge la tempestività dei soccorsi, ma anche l’abilità degli amanti del fuoristrada che hanno trasformato la passione per le jeep e l’amore per la natura in un vera e propria disciplina sportiva, che mette loro in condizione di conoscere bene il territorio, anche quello più impervio e inaccessibile e, come in questo caso, fungere da soccorritori.

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