Nebrodi, itinerari alla scoperta dei monasteri basiliani: progetto da 5 milioni
Otto Comuni dei Nebrodi (Castell’Umberto, Floresta, Frazzanò, Naso, Raccuja, Tortorici, Ucria e Santa Domenica Vittoria) hanno siglato un protocollo d’intesa per reperire i fondi del PNRR destinati alla rigenerazione urbana con l’obiettivo di aggiudicarsi i cinque milioni di euro che servono a lanciare il progetto di realizzazione di percorsi e itinerari alla scoperta dei monasteri basiliani e bizantini. L’istanza è stata già trasmessa al Ministero dell’Interno.
“Una forte identità culturale attraverso la valorizzazione dei vari contesti dei Comuni aderenti al progetto in una acquisita consapevolezza di profonde radici storico-culturali, volte ad incrementare la fruibilità del nostro patrimonio, che va condiviso con chi invitiamo a venire a conoscerci”– ha commentato il sindaco di Castell’Umberto Vincenzo Lionetto Civa.
Il cuore del percorso è il monastero di San Filippo di Fragalà a Frazzanò. La chiesa con le strutture del primitivo monastero dell’Ordine basiliano, si trova ad un paio di chilometri dal centro abitato – arroccato sul monte Castro – è intitolata a San Filippo di Fragalà, detto anche di Demenna o di Melitiro. Con la sua posizione domina le vallate dei monti Nebrodi, lungo il corso della via Francigena o Regia Trazzera. Il monastero fu fatto costruire dal conte Ruggero e dalla contessa Adelasia nel 1090, e divenne subito un importante centro di spiritualità e cultura italo-greca per la presenza dei monaci basiliani, dipendenza dell’Archimandritato del Santissimo Salvatore di Messina nel 1131. Raggiunse il suo massimo splendore sotto normanni, svevi e angioini e cadde sotto la dominazione aragonese; oggi il monastero non ospita più i monaci, ma è molto interessante visitare le absidi ben conservate e la chiesa di stile romano-bizantino. La ricchissima biblioteca colma di volumi pregiati venne trasferita dopo il 1866 nel centro abitato. Le pergamene greche e latine più antiche, antecedenti al 1743, che costituivano il Tabulario del Monastero, sono conservate all’Archivio di stato di Palermo.
