Neonato morto sull’A20, archiviata la posizione del medico indagato

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Patti ha archiviato la posizione del medico ginecologo indagato dalla Procura di Patti, per la morte del neonato di Mistretta, partorito prematuramente da una donna amastratina, in una piazzuola dell’autostrada A20, mentre si dirigeva all’Ospedale Barone Romeo di Patti.

All’epoca dei fatti la competente  Procura aprì un fascicolo iscrivendo nel registro degli indagati il medico del consultorio di Mistretta, primo a visitare la donna. Un atto dovuto da parte del Pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Andrea Apollonio, che dopo la deposizione di entrambi i genitori, con l’iscrizione del ginecologo di Mistretta nel registro degli indagati, aveva formalmente dato l’avvio al procedimento penale e alle indagini preliminari. La consulenza dei tre medici nominati dalla Procura pattese per far luce sulla vicenda ha tuttavia  escluso ogni responsabilità in capo al ginecologo mistrettese.  Gli elementi acquisiti dalle investigazioni che sono state fatte non hanno permesso di raggiungere un quadro probatorio sufficiente a sostenere un’accusa in giudizio, né tantomeno a formulare una ragionevole previsione di condanna a carico dell’ indagato e dunque la posizione dello stesso, anche su espressa richiesta del sostituto procuratore, è stata archiviata.

Era il 2 dicembre del 2021 quando una coppia, lanciata a folle corsa sulla propria auto verso il reparto di maternità dell’ospedale Romeo di Patti, per i dolori addominali accusati dalla donna al settimo mese di gravidanza, si ferma in una piazzola d’emergenza. La giovane partoriente esce dall’auto  e dopo essersi accasciata, senza nemmeno rendersene conto si è ritrovata con il neonato tra le braccia legato a se dal cordone ombelicale.

A dare i primi soccorsi alla coppia degli operai dell’ANAS di passaggio che immediatamente lanciano l’allarme attivando il servizio di emergenza sanitaria 118 il quale,  giunto sul posto, prende in carico il piccolo e si precipita all’ospedale più vicino, quello di Sant’Agata di Militello, dove, nonostante i tentativi di rianimazione, il nascituro arriva morto. Sulla vicenda la Procura di Patti aprì un’inchiesta disponendo l’autopsia sul nascituro ed in seguito iscrivendo nel registro degli indagati il ginecologo di Mistretta che aveva consigliato alla coppia di recarsi all’ospedale di Patti.

Sulla tragedia, balzata all’epoca agli onori della cronaca, che ha distrutto una famiglia e scosso un’intera comunità, non rimane più niente. Solo un triste ricordo. Ma restano delle domande alla politica, regionale e nazionale, sull’organizzazione dei servizi sanitari del territorio

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Pubblicato da
Giuseppe Salerno