Operazione Gamma Interferon: nella terra del Gattopardo rischiano di pagare solo gli onesti

di Salvo Lapietra
21/12/2016

E’ passata una settimana dall’operazione Gamma Interferon e non vi sono grandi novità. Anzi ve ne sono parecchie e se possibile per nulla positive. Perché si ha l’impressione, purtroppo, che si voglia affrontare la questione con il solito spirito siciliano: “calati iuncu chi passa a china (calati giunco che tanto la piena prima o poi passa)”. Ci sono parecchi elementi che fanno pensare a una grande operazione gattopardesca non da parte degli inquirenti ovviamente ma da parte di chi è chiamato a prendere decisioni e a mantenere le promesse fatte pubblicamente. A tutela della salute pubblica, dei professionisti onesti e, se volete, anche dei professionisti indagati che lontani dal loro posto di lavoro non correrebbero altro rischi. Ma questo è un altro discorso.
Si ha piuttosto l’impressione che a pagare siano solo gli onesti se non addirittura quei professionisti che non si sono piegati al sistema imperante. Siamo, insomma, dentro al paradosso e la politica, i manager, insomma i dirigenti del vasto apparato che governa questo settore fanno ammunina: si muovo avanti e indietro ma non prendono quelle decisioni che dovrebbero prendere. In buona fede per carità anche se è lecito pensare che in qualche rivolo del pachiderma regionale ci sia chi lavora perfettamente in malafede. Non è sicuramente in malafede il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta il quale si è impegnato pubblicamente, con una altisonante conferenza stampa (e con lui lo ha fatto l’assessore alla Sanità Baldo Gucciardi) a prendere provvedimenti, severi, anzi severissimi. Non si hanno notizie né dei provvedimenti né di quella severità ostentata. Ma si hanno notizie, certo tutte da verificare e da confermare, di maldestri trasferimenti nei confronti di professionisti onesti.

Ora, premesso che siamo garantisti fino al midollo, che fino al giorno del giudicato riteniamo tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda innocenti, pensiamo sia giusto (anche alla luce di quanto emerso dagli atti giudiziari e alla luce soprattutto di quanto il presidente della Regione ha riferito in conferenza stampa) che sia fatta quella rotazione promessa, che si prendano provvedimenti non severi ma seri, coerenti con l’urgenza del momento. Va spostato chi sapeva e non ha fatto nulla per impedirlo e chi invece doveva sapere per dovere d’ufficio e sostiene di non aver saputo nulla: in quest’ultimo caso data per scontata la buona fede vanno spostati per manifesta incompetenza.  Il servizio veterinario, lo diciamo prima di tutto a noi stessi, non sussidiario, non è un appendice ma è un pezzo importante del sistema che dovrebbe tutelare la salute pubblica. E non può essere diretto o governato con improvvisazione. Il sindacato, che ha già presentato almeno un esposto dettagliato, chiede il commissariamento della Regione. Noi ci accontentiamo di chiedere che Rosario Crocetta mantenga le sue promesse.

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