Pensioni, dopo Quota 100 ora si parla di Quota 103 o 104

di Redazione
18/08/2020

In pensione con 41 anni di contributi, ma a patto di accettare una consistente riduzione dell’assegno previdenziale. Sarebbe questa secondo “Il Giornale” l’ultima idea del governo per sostituire Quota 100 in scadenza alla fine del prossimo anno. Si tratta di una proposta che avrebbe il vantaggio di far quadrare i conti, senza tuttavia rinunciare alla flessibilità tanto cara a sindacati e pensionati. Lo svantaggio, va da sé, sarebbe quello di doversi accontentare di un assegno più basso rispetto a quello cui si avrebbe diritto con la pensione di vecchiaia.

Pensioni, l’ultima ipotesi: cosa prevede Quota 103 (o 104)

Per ora, beninteso, si tratta solo di un’idea. Ma stando al quotidiano diretto da Sallusti, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ci sta pensando. Anche perché, è cosa nota, abbassare l’età della pensione non è certo cosa impopolare… e le elezioni regionali si avvicinano. Nel caso in questione però le cose non sono così semplici. In sostanza, l’idea è quella di modificare i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata, fissando al contempo un requisito anagrafico che dovrebbe essere quello dei 62 o 63 anni.

Per farla breve, e senza scendere nei tecnicismi, con una riforma siffatta l’età della pensione resterebbe di 62 anni, o nella peggiore delle ipotesi verrebbe aumentata di un solo anno, ma per uscire dal lavoro bisognerà avere almeno 41 anni di contributi versati. In poche parole Quota 100 diventerebbe Quota 103 o 104.

In pensione prima, ma con una “penalizzazione” sull’assegno

Il problema è che il costo per le casse dello Stato (stimato in 12 miliardi di euro) sarebbe comunque troppo elevato. Da qui l’idea di legare l’importo dell’assegno esclusivamente ai contributi versati. Come? Eliminando la quota retributiva per coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996, data spartiacque tra i due sistemi di calcolo (retributivo e contributivo). In poche parole, ai lavoratori che decidono di optare per la Quota 41, verrebbe applicato il sistema di calcolo contributivo anziché misto. Per ora si tratta solo di un’indiscrezione. Ne sapremo di più tra meno di un mese. Il prossimo tavolo con i sindacati per discutere del destino di “Quota 100” è fissato infatti per il prossimo 16 settembre.

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