Polpetta, la mascotte di Mistretta

di Redazione
11/09/2017

Polpetta è un cagnolino randagio di piccola taglia che a Mistretta ormai conosco tutti, da quasi un anno vive per le vie del centro storico della cittadina nebroidea, divenendone la mascotte.
La maggior parte della comunità amastratina si è affezionata a questa creatura dall’indole docile e socievole. In molti lo hanno adottato prodigandosi, quotidianamente, per garantirgli il pasto. Fin qui nulla di eccezionale, se non fosse per le abitudini “curiose” di Polpetta.

Infatti questo cane, oltre a sgambettare simpaticamente per il paese, ama recarsi in Chiesa la domenica e non solo. Entra nella casa di Dio, in silenzio e grande ordine, si porta davanti l’altare dove si accuccia ed assiste alle funzioni religiose. Ormai, per i più, è consuetudine ritrovarlo all’interno della Chiesa di San Nicola e in Chiesa Madre. Nelle scorse settimane si è, addirittura, accodato ai fedeli in fila per ricevere la comunione. Ma Polpetta, non solo ama andare in Chiesa, è anche avvezzo a seguire le processioni.

Chiunque lo incontri, per le vie di Mistretta o in Chiesa, rimane piacevolmente stupito dalla tranquillità e disinvoltura che questo animale ha nel rapportarsi con l’uomo. Lo stesso però non si può dire per chi, non amante dei cani, trincerandosi dietro la “paura” di essi, ha voluto che Polpetta fosse allontanato dalla Chiesa, impedendogli l’accesso. Infatti, se fino ad ora era stata permessa la sua presenza adesso non è più ammessa.

La piccola creatura, di Dio, però non si rassegna a tale destino e rimane sull’uscio del portone della Chiesa a piangere, sembrerebbe implorando di poter entrare. Ma a nulla serve il suo uggiolare, non arriva al cuore di quegli uomini che arrogano i loro “diritti” anche nella casa di Dio.
La vicenda, non è passata inosservata ed, ha trovato come piazza di discussione i social e ciò che viene ribadito è che “Polpetta non costituisce pericolo per nessuno e non è in nessun modo molesto, durante le funzioni”, inoltre si chiede a gran voce che gli sia consentito l’accesso in Chiesa, anche in virtù della mancanza di una norma ecclesiastica che vieti esplicitamente l’accesso degli animali domestici nei luoghi di culto.

D’altronde la storia della Chiesa ci insegna, con l’esempio di Uomini del calibro di San Francesco d’Assisi e San Filippo Neri, come gli animali vadano trattati con rispetto, sensibilità e amore, “Gli animali sono creature di Dio. Egli li circonda della sua provvida cura. Con la loro semplice esistenza lo benedico e gli rendono gloria. Anche gli uomini devono essere benevoli verso di loro (2416).” La storia di Polpetta ricorda quella di Italo, divenuto simbolo della città di Scicli, a cui è stato dedicato un monumento e recentemente un film.

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