Punto nascita Sant’Agata, De Luca: “Musumeci e Razza chiedano scusa”

di Redazione
26/03/2022

“Il Ministero della Salute ha ribadito e chiarito che spetta all’assessorato regionale alla sanità creare i presupposti affinché riapra il punto nascita di Sant’Agata Militello. Mi dispiace dire che avevo ragione, ma le carte parlavano chiaro allora e parlano chiaro adesso. Musumeci e Razza a tutto il il territorio dei Nebrodi”.

Così il parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Antonio De Luca, in un post sulla sua pagina Facebook, commenta la notizia, data dal nostro giornale, secondo cui che il centro sanitario santagatese, chiuso da due anni, debba essere riaperto dalla Regione Siciliana.

Questa vicenda ha dell’incredibile – prosegue De Luca -. A parole hanno sempre dichiarato di volerlo riaprire, ma i fatti dicono il contrario, il punto nascita di Sant’Agata Militello è chiuso da Settembre 2019, sono trascorsi 2 anni e mezzo di chiacchiere, simbolo del fallimento della politica sanitaria del governo Musumeci, ma soprattutto di totale disinteresse per la sanità nella provincia di Messina.

La verità su come sono andati i fatti sta tutta nel carteggio che va dal 2016 al 2020, in cui il Ministero della Salute dice alla Regione che non è stata richiesta formalmente la riapertura in deroga nè trasmessa la documentazione necessaria a sostegno dell’istanza.

L’assessore Razza dovrebbe avere il coraggio di venire a confrontarsi con me ,con i comitati, con quelle madri e con quei padri costretti a correre in qualsiasi condizione atmosferica in ospedali lontani per poter partorire in sicurezza. Ma che sicurezza c’è nel dover correre in macchina, magari durante una tormenta o una nevicata invernale di notte, da un comune montano come Mistretta fino alla lontana Patti”.

“È giusto che tutta la comunità nebroidea – conclude il deputato pentastellato – sappia la verità e che si intervenga subito con i fatti e non con le chiacchiere. Per quanto tempo ancora le donne in attesa di diventare madri di questa porzione di territorio dovranno essere trattate come numeri e private di un servizio sanitario fondamentale?”.

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