Punto nascita Sant’Agata, minoranza replica alla deputata Amata

di Redazione
03/08/2020

I Consiglieri di minoranza al Comune di Sant’Agata di Militello Nunziatina Starvaggi, Melinda Recupero, Monica Brancatelli, Giuseppe Puleo e Antonio Vitale, con una nota stampa, replicano alle dichiarazioni del capogruppo di Fratelli d’Italia all’ARS Elvira Amata, sulla questione del punto nascita del nosocomio santagatese.

“Innanzitutto ci fa piacere che finalmente importanti esponenti della maggioranza dell’Ars si affaccino sulla questione dell’ospedale di Sant’Agata di Militello e del Punto Nascita. Tuttavia, se davvero si vuole risolvere il problema e ottenere la riapertura del Punto Nascita è necessario conoscere profondamente la tematica e non può essere sufficiente soffermarsi in modo approssimativo sul problema, dare un’occhiata saltuariamente e fare dichiarazione pro se.

Sicuramente apprezzabile l’interesse che il parlamentare messinese ha manifestato con la sua interlocuzione con l’assessore Razza. Infatti l’On.le, quale sostenitore del Governo regionale, di certo può dare un contributo importante alla nostra causa.

Importante è pure che esponenti della maggioranza dell’Ars sappiano che la questione non è tanto il mancato raggiungimento di 500 parti annui e che, ad oggi, tutti si dicono d’accordo sul fatto che il Punto Nascita di S. Agata per le proprie peculiarità territoriali ha i requisiti per restare in deroga e quindi ritornare ad essere aperto ed operativo, pur in assenza del raggiungimento di 500 parti annui.

Ma di certo il prospettato approccio per la risoluzione del problema è errato. Infatti il vero nodo della questione è rappresentato dalla messa in sicurezza del Punto Nascita (che è stato chiuso dall’Asp, proprio perché ritenuto non sicuro per mancanza di requisiti strutturali e di personale).

Tuttavia non è ammissibile, come è stato detto dal deputato Amata, che attendere una deroga ufficiale e solo dopo si procedere alla messa in sicurezza del presidio.

Affrontare la questione in questi termini porterebbe alla rinuncia definitiva alla riapertura del Punto Nascita di S. Agata di Militello.

Invece è fondamentale che accada il contrario: e cioè che si proceda tempestivamente per prima cosa alla messa in sicurezza del Punto Nascita, reperendo il personale sanitario necessario, e dopo si regolarizzi la deroga, stante la competenza della Regione a poter derogare, in considerazione della posizione strategica ed del vasto bacino di utenza, la deroga costituirebbe una “semplice ratifica”. La sicurezza del Punto Nascita è la prima e necessaria condizione alla deroga.

Inoltre non si comprende come ancora si insista sul mettere l’accento sul fatto che debbano essere poste in essere delle interlocuzioni con il ministero della Salute, quando in più occasioni lo stesso ha chiarito che il parere della commissione ministeriale non ha natura vincolante e che la Regione può decidere autonomamente di mantenere il Punto Nascita. Infatti, da ultimo, in occasione del tavolo tecnico tenutosi il 13 Febbraio 2020 con una delegazione nebroidea (tra cui vi era il Sindaco  Bruno Mancuso, altri Sindaci ed il primario del reparto Umberto Musarra), nel quale è intervenuta l’architetto Francesca Currò, dirigente ministeriale, la stessa ebbe ad affermare che “Noi, come strategia nazionale, non ci occupiamo di strutture ospedaliere né di dare deroghe per il mantenimento di reparti a rischio».

Per cui è chiaro che sarebbe più opportuno rivolgersi direttamente quanto meno all’Assessorato regionale siciliano o all’Asp di Messina, senza cercare nuovamente l’inutile strada delle richieste al Ministero. Piuttosto che spostare lo sguardo verso Roma, forse per allontanare le evidenti responsabilità della politica regionale, l’intervento di cui si necessita è da parte della regione Sicilia, la quale dovrebbe assicurare le risorse necessarie alla messa in sicurezza e alla quale spetta l’ultima parola sulla deroga”.

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