Rocche del Crasto, le montagne dei Nebrodi dove volano grifoni e aquile

di Davide Di Giorgi
31/12/2021

Sono ormai conosciute come l’habitat dei grifoni e dell’aquila reale. Parliamo delle Rocche del Crasto, una grande formazione rocciosa di grande bellezza dell’era mesozoica, costituite da rocce cristalline grigie e lucenti e da calcari dolomitici bianchi e rosa, spesso con sfumature verdi e rosse, situate a ridosso dei Comuni dei Nebrodi di Longi, San Marco d’Alunzio e Alcara Li Fusi.

Secondo le fonti storiche, sulla cima della Rocca del Crasto sorgeva l’antichissima città Sicana di Krastos, presenza antropica testimoniata da resti e manufatti. Si attesta che della città di Krastos sia stato nativo il poeta greco Epicarmo, inventore della Commedia. Su questi Monti si ipotizza, altresì, la localizzazione della bizantina Demenna.

Come visitare le Rocche del Crasto dei Nebrodi

Esistono tre itinerari escursionistici consigliati del Parco dei Nebrodi, lungo i sentieri in zona “A” del Parco. Questi consentono di collegare i centri abitati direttamente con le sommità delle Rocche del Crasto. Questi itinerari si snodano tra dislivelli e lunghezze, ma non presentano grandi difficoltà, perché sono su sentieri agevoli e dotati di cartelli e tabelle segnaletiche in legno.

Il primo percorso parte da Portella Gazzana (Longi), attraversa le contrade di S. Fantino, Sette Fontane, Rocca che Parla, Vorna, e giunge alla sorgente Malirò (San Marco d’Alunzio). È lungo 7 chilometri, con una difficoltà medio-alta.

Il secondo parte da contrada Lemina Bacco (Alcara Li Fusi) e giunge in contrada Vorna, da dove si può proseguire a destra in direzione Portella Gazzana ed a sinistra per la Sorgente Malirò e quindi per San Marco d’Alunzio. È lungo 3,2 chilometri per contrada Lemina e 9,2 per Portella Gazzana. Difficoltà media.

Il terzo inizia dalla sorgente Malirò (San Marco d’Alunzio), si attraversa la contrada Vorna dove si ha la possibilità di proseguire a destra in direzione di Alcara Li Fusi attraverso le contrade Lemina, Bacco, Stidda, o al bivio si prosegue diritto per Portella Gazzana. È lungo 7 chilometri. Difficoltà media.

Il regno di grifoni e aquile sui Nebrodi

In Sicilia c’erano numerosi grifoni ma alla fine degli anni ’60 a causa di bocconi avvelenati, destinati a cani e volpi, ingeriti anche dai rapaci, morirono fino a scomparire del tutto. Tuttavia dal 1998 grazie ad un progetto di reintroduzione dei Grifoni, realizzato dall’Ente Parco dei Nebrodi con la collaborazione dell’Ente spagnolo G.R.E.F.A., questi meravigliosi esemplari sono tornati a volare e a nidificare in questa zona dei Nebrodi. Agli inizi del 2000, diverse voliere di acclimatazione sono state costruite e posizionate per ospitare i primi nuovi arrivati provenienti dalla Spagna, piccoli di circa un anno di vita. Dopo 6 mesi di acclimatazione, i primi Grifoni sono stati liberati nel 2001. Affinché questi rapaci una volta liberi potessero nutrirsi in zona senza allontanarsi, sono stati costruiti dei carnai, luoghi nei quali trovare cibo (scarti di macellazione e carogne) soprattutto durante i periodi di scarsezza. Sulle selvagge Rocche del Crasto vivono e nidificano anche alcune Aquile Reali. Per monitorare ed assistere alla vita di questi splendidi rapaci è stata collocata una webcam grazie alla quale è possibile vedere in diretta tutto ciò che accade nel nido dell’Aquila.

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