Storia di un tragico incidente sul lungomare di Sant’Agata di Militello. La battaglia per la verità di Angelina Miraglia

di Redazione
07/03/2025

Era il 24 luglio 2022 quando la vita di Federico Latteri, dipendente del Comune di Acquedolci e grande appassionato di ciclismo, si spezzò tragicamente lungo il lungomare di Sant’Agata di Militello. Quel giorno, come tante altre volte, era in sella alla sua bicicletta, ma il suo viaggio si concluse in maniera drammatica.

Secondo quanto riportato da TempoStretto, Latteri fu coinvolto in un incidente stradale con una Toyota Yaris che viaggiava nella sua stessa direzione. L’impatto fu violento e Federico venne immediatamente trasportato all’ospedale di Sant’Agata di Militello, ma purtroppo non riuscì a sopravvivere.

L’inchiesta e l’archiviazione del caso

A seguito della tragedia, come da prassi, fu aperta un’inchiesta per omicidio colposo, con l’iscrizione nel registro degli indagati della conducente dell’auto. Tuttavia, le conclusioni dell’indagine portarono a una svolta inaspettata: la perizia medico-legale stabilì che Federico non sarebbe morto a causa dell’incidente, ma per un improvviso malore che lo avrebbe colpito pochi istanti prima dell’impatto.

Secondo i risultati dell’esame autoptico, Latteri avrebbe avuto un infarto fulminante mentre era in sella alla sua bicicletta, il che avrebbe provocato la perdita di controllo e il successivo scontro con l’auto. Queste conclusioni portarono il Tribunale di Patti a disporre l’archiviazione del caso, escludendo qualsiasi responsabilità della conducente coinvolta.

Una verità che non convince la famiglia: “Non accetterò mai questa conclusione”

Ma per la famiglia di Federico, e in particolare per sua moglie Angelina Miraglia, quella fornita dall’inchiesta non è la verità, ma solo una versione parziale e incompleta della vicenda.

In un’intervista rilasciata a TempoStretto, Angelina ha espresso con fermezza i suoi dubbi:

“Mio marito non aveva mai avuto problemi di cuore. Non c’è alcuna traccia di infarto nei documenti medici dell’ospedale. Voglio la verità, non vendetta.”

Secondo la sua testimonianza, quando Federico fu trasportato in ospedale era ancora cosciente e in grado di comunicare. I medici che lo visitarono non parlarono mai di un infarto come causa della sua condizione. Per questo, la moglie ritiene che le conclusioni dell’indagine siano basate su elementi insufficienti e non corrispondano alla realtà dei fatti.

Dubbi e incongruenze: una perizia che lascia aperti molti interrogativi

Angelina Miraglia, assistita dagli avvocati Claudio Congedo e Giuseppe Greco, ha avviato un’azione legale per chiedere la riapertura del caso. Tra gli elementi più controversi, la difesa ha sottolineato un punto chiave dell’indagine:

  • L’analisi istologica è stata condotta esclusivamente dal medico legale incaricato dalla Procura, senza il supporto di un anatomopatologo indipendente, che avrebbe potuto confermare o smentire con maggiore certezza la causa del decesso.
  • Nei documenti ospedalieri di Federico non risulta alcun segno di un infarto in atto, ma questa informazione è stata completamente ignorata nel processo investigativo.

Secondo gli avvocati della famiglia, queste lacune rappresentano una falla grave nell’inchiesta, che avrebbe potuto influenzare l’esito delle indagini e condurre a una rapida archiviazione senza una reale analisi di tutti gli elementi disponibili.

Una battaglia per la verità e per il futuro della famiglia

Angelina Miraglia ha ribadito più volte che la sua battaglia non è mossa da spirito di vendetta, né dal desiderio di punire qualcuno, ma solo dalla volontà di conoscere la verità su cosa è realmente accaduto a suo marito.

“Non posso accettare che questa storia venga chiusa così, senza risposte. Lo devo ai miei figli e ai miei nipoti. Voglio solo giustizia per Federico.”

La sua determinazione ha portato la famiglia a non fermarsi di fronte all’archiviazione, con la speranza che un giorno emerga una verità più chiara e giusta, capace di restituire dignità alla memoria di Federico Latteri.

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