Studio Harvard, gli ospedali di Wuhan erano affollati già ad ottobre

di Redazione
09/06/2020

Le immagini satellitari che mostrano un’impennata del numero dei veicoli fuori dai principali ospedali di Wuhan lo scorso inverno suggeriscono che il coronavirus potrebbe essere stato presente ed essersi diffuso in città mesi prima che le autorità riconoscessero la malattia.

E’ quanto emerge da uno studio dalla Harvard Medical School, Boston University of Publich Health e Boston Children’s Hospital, dopo l’analisi delle immagini satellitari dei parcheggi dei principali ospedali di Wuhan tra gennaio 2018 e aprile 2020, e le tendenze nelle ricerche su Internet. Lo riporta il Guardian.

Secondo lo studio, che è ancora in fase di revisione, le immagini dei parcheggi hanno mostrato un “forte aumento” a partire da agosto 2019 e con un picco a dicembre 2019. Tra settembre e ottobre, cinque dei sei ospedali analizzati hanno visto il loro più alto volume giornaliero di automobili. Quanto alle ricerche sul web, l’utilizzo delle parole “diarrea” e “tosse” è aumentato notevolmente circa 3 settimane prima del picco nei casi confermati di Covid-19 alla fine del 2019.

Gli autori dello studio hanno affermato, che sebbene non potessero confermare se l’aumento del traffico dei veicoli fosse direttamente correlato al nuovo virus, l’evidenza “supporta altri lavori recenti che dimostrano che l’emergenza è avvenuta prima dell’identificazione (del coronavirus) nel mercato del pesce di Huanan”, alla fine di dicembre, quando i funzionari cinesi avevano riferito di un cluster al mercato nel centro di Wuhan.

“Questi risultati confermano anche l’ipotesi che il virus sia emerso naturalmente nella Cina meridionale e che potenzialmente fosse già in circolazione al momento del cluster di Wuhan”, afferma il rapporto. “Stava succedendo qualcosa in ottobre”, ha detto alla Abc News John S Brownstein dell’ospedale pediatrico di Boston. “Chiaramente, un certo livello di disagio sociale si stava verificando ben prima di quanto venne identificato l’inizio della nuova pandemia di coronavirus”.

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