Torrenova, la sanatoria amministrativa sul lungomare e la reazione di Castrovinci

di Redazione
20/01/2024

Il dipartimento dell’Urbanistica dell’Assessorato regionale territorio e ambiente lo scorso 17 gennaio ha notificato la propria decisione sull’esposto presentato da Legambiente Nebrodi circa un presunto cambio di destinazione d’uso della strada, disposto con ordinanza 83 del 22 settembre 2022.

L’atto sarebbe stato in contrasto sia con l’articolo 15 della legge regionale 78/76 che vieta la realizzazione di opere nella fascia compresa nei 150 metri dalla battigia, ad eccezione di quelle finalizzate alla fruizione del mare, sia dei decreti assessoriali 104 del 2015 e 17 del 2016 che stabilivano la deroga a questa norma per realizzare il lungomare come pista ciclo-pedonale, e che secondo Legambiente, erano a loro volta da annullare in autotutela.

Il dipartimento, con la nota a firma del dirigente Calogero Beringheli, asserisce che la strada è stata costruita per 12 metri di larghezza, anziché gli 8 previsti nel decreto di deroga, ma che trattandosi di un’opera di pubblica utilità e realizzata con fondi pubblici, ritiene fondate le ragioni del comune tenendo conto dei pareri e del nulla osta a corredo del progetto. I due decreti non saranno revocati in autotutela. Il comune dovrà, invece, procedere alla sanatoria amministrativa, avendo disatteso il decreto che autorizzava una larghezza di 8 metri, finalizzandola alla mobilità ciclo-pedonale. Per quanto attiene, invece, l’ordinanza sindacale, con cui era autorizzato in via ordinaria il passaggio dei veicoli, in determinate fasce orarie il dipartimento si dichiara incompetente.

La reazione del sindaco, Salvatore Castrovinci, non tarda ad arrivare. Sulla propria pagina Facebook il primo cittadino in maniera sarcastica cerca di ridicolizzare la battaglia portata avanti da Legambiente Nebrodi sulla questione lungomare di Torrenova: “Nella giornata di oggi è stato definito dal Dipartimento Urbanistica dell’Assessorato Territorio e Ambiente il procedimento avviato a seguito dell’esposto che a suo tempo aveva presentato Legambiente nell’ambito della sua propria e notoria attività di difesa delle zone costiere. Nulla da eccepire al lavoro che l’associazione ambientalista svolge da decenni come da proprio statuto, ciò che stranisce, ma non sicuramente il sottoscritto, è che uno dei destinatari della nota sia proprio l’ing. Miano, capo setta e odiatore seriale, che si è introdotto immediatamente nella denuncia per dimostrare quanto abbia a cuore il nostro paese tanto da volere la demolizione del lungomare.

Ebbene, dopo un’ampia e approfondita istruttoria, nell’ambito della quale sono risultate conducenti le deduzioni fornite dal Comune, quella che doveva rappresentare un’opera da distruggere e demolire sarà, semplicemente, un’opera destinata a durare per almeno i prossimi cento anni! Con buona pace del denunciante, ing. Miano, il cui animo livoroso è fonte di ispirazione e motivazione per tutto il gruppo politico che, fortunatamente, è stato bocciato dai nostri elettori, che hanno compreso immediatamente il loro modo di fare politica ……a suon di carta bollata!

Il competente Assessorato NON ha rilevato alcun profilo di natura penale, NON HA REVOCATO NESSUN ATTO, ma ha semplicemente invitato l’Ente a procedere ad una regolarizzazione amministrativa sotto il profilo urbanistico per modeste differenze del tracciato, non pronunciandosi, peraltro, sulla legittimità dell’ordinanza di disciplina della viabilità del nostro lungomare e lasciandola, pertanto, vigente. Quindi, in attesa di qualche altro atto d’amore del Miano, suggerisco una fornitura almeno triennale di Maloox, mentre noi, torrenovesi e non, continueremo ad ammirare il nostro lungomare.”

Composta la reazione di Legambiente Nebrodi.  “Come Legambiente non avevamo chiesto né auspicato alcuna demolizione dell’opera ma semplicemente che fosse ripristinato il rispetto della normativa urbanistica e la sua destinazione d’uso a pista ciclo-pedonale. L’Assessorato ha rilevato la sua incompetenza ad esprimere valutazioni sull’Ordinanza che, a nostro giudizio, dovrà essere rivalutata dallo stesso Sindaco emanante per ricondurre la strada all’uso per il quale è stata autorizzata e cioè: mobilità ciclo-pedonale.”

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