Tusa, Halaesa Arconidea al centro di un convegno internazionale ad Amiens

di Emanuela Raimondi
03/12/2021

Due giornate di respiro internazionale, il 2 e 3 dicembre, dedicate alla valorizzazione dei beni archeologici della Sicilia e al confronto tra scienziati, ricercatori ed istituzioni. È la splendida cornice di Amiens, in Francia, ad aver ospitato il convegno di carattere scientifico dal titolo “Halaesa: du site à la cité, de la cité au site”. Lo scopo, quello di presentare i risultati di ricerca archeologica delle campagne di scavo della Missione delle Università di Amiens, Camerino, Oxford, Palermo e Messina condotte al sito archeologico di Halaesa Arconidea, a Tusa. L’evento è stato organizzato dall’UPJV-Università di Amiens, con il coordinamento scientifico della prof. Michela Costanzi, docente di Storia ed Archeologia Greche e curatrice del progetto di ricerca.

All’apertura del convegno i saluti ai presenti da parte della Soprintendente ai BBCCAA Mirella Vinci, del Direttore generale dell’assessorato Mariella Antinoro, dell’On. Antonio Catalfamo Segretario V Commissione all’Ars Cultura e dell’Ass. Reg.le BBCCAA Alberto Samonà. Alla presenza del Presidente dell’UPJV Mohammed Benlahsen sono iniziati quindi gli interventi della prima giornata di lavori, dedicata alla presentazione dei risultati delle scoperte scientifiche.

Il prof. Lorenzo Campagna (Università di Messina), ha illustrato le ultime novità sullo scavo del Tempio di Apollo, nello specifico la vasca per possibili abluzioni rituali che è stata ritrovata durante gli scavi di quest’anno. Johnatan Prag (Università di Oxford) ha illustrato invece un nuovo progetto, che si aggiunge al corpus di iscrizioni siciliane già curate dallo stesso (I.Sicily): “Crossreads”, che porrà l’attenzione sulla cultura epigrafica e gli aspetti linguistici, paleografici e petrografici.

Alessio Toscano Raffa (CNRS Catania) è intervenuto sulla topografia del sacro nella parte settentrionale di Halaesa, e ha posto l’attenzione anche su edifici non ancora indagati nella zona nord di Alesa, come il tempio B e la piattaforma B, che sovrasta il teatro, certamente in relazione con l’area sacra del tempio di Apollo. Il prof. Aurelio Burgio e il dott.Giovanni Polizzi (Università di Palermo), hanno mostrato invece gli scavi alle fortificazioni e alla cisterna posta nei pressi. Polizzi ha ipotizzato che questa cisterna possa aver avuto funzione di vasca per spegnere eventuali incendi in prossimità delle mura. Il ritrovamento di incrostazioni all’interno fa capire infatti che si tratta di acqua proveniente da un acquedotto e non piovana. È attestato definitivamente che l’acquedotto di Halaesa aveva la funzione di portare l’acqua all’interno della città.

Per l’Università di Amiens, , è stata la prof. Michela Costanzi ad illustrare gli scavi della campagna 2021, insieme ai prof. Theo Martin, Philippe Ferreira e Frederic Gerber. Sandrine Mouny ha parlato in particolare di tutte le classi di materiali rinvenuti nelle aree di scavo della Missione francese (Acropoli sud, area a sud dell’Agorà e Teatro), mentre Mariangela Puglisi (Università di Messina) ha illustrato uno studio condotto su tutte le monete che sono state ritrovate dal 2016 (data di inizio campagna scavi) a oggi.

Hugo Perrette, studente di Amiens, ha provato a tracciare invece la storia della monetazione di Halaesa, partendo da uno studio sulle monete che si trovano clandestinamente in vendita online. Marco Materazzi, geologo dell’Università di Camerino, si è occupato infine delle ricognizioni geofisiche svolte nella campagna scavi 2021 per riuscire a ritrovare l’enorme scena del Teatro e il muro settentrionale della parados.

Sono intervenuti anche il dott. Federico Caruso, che ha parlato delle trasformazioni dell’Agorà nella tarda antichità, l’Arch. Rocco Burgio (Soprintendenza di Messina), illustrando gli ultimi studi sulle trasformazioni dell’Agorà in età imperiale ed il prof. Massimo Limoncelli (UniPa) che ha mostrato la sua piattaforma virtuale sulla ricostruzione dell’Agorà di Halaesa, primo passo di un progetto che prevede la ricostruzione virtuale dell’intera città. A conclusione, la prof. Rosina Leone (UniTo) è entrata nel merito degli studi su Tindari, sin dalle origini, e le attività dell’Università di Torino in corso nell’antica città.

La seconda giornata è stata dedicata agli interventi istituzionali nel merito della gestione e valorizzazione del sito archeologico di Halaesa all’interno del Parco archeologico diffuso di Tindari.

L’appuntamento ha aperto un focus sulle recenti scoperte relative al Teatro di epoca ellenistico-romana di Halaesa Arconidea messe in luce nel corso degli scavi archeologici condotti dall’Università di Amiens sotto il coordinamento scientifico della professoressa Michela Costanzi – ha detto l’Assessore ai BB.CC.AA. Alberto Samonà -. Ciò conferma quanto emerso nei giorni scorsi a Paestum durante la “Borsa Mediterranea del Turismo archeologico” che si è appena conclusa, e cioè che la Sicilia rappresenta un’eccellenza mondiale”.

Che la comunità scientifica internazionale dedichi il giusto spazio alla Sicilia – ha continuato – è la conferma che l’azione del governo regionale va nella direzione giusta: valorizzare la nostra terra, la sua identità, la sua storia plurimillenaria, facendo di ciò la leva dello sviluppo dei prossimi anni.  Le eccezionali scoperte scientifiche su questa città antica, la collaborazione tra numerosi specialisti, il dialogo costruttivo delle missioni italiane e internazionali tra di loro e con le istituzioni siciliane, dal Comune di Tusa al Parco Archeologico di Tindari, dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Messina all’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, la loro partecipazione e l’impegno attivi – ha concluso entusiasta l’assessore Samonà -, fanno di Halaesa e dei siti del Parco Archeologico diffuso di Tindari, diretto da Domenico Targia, un esempio da seguire nel mondo dell’archeologia internazionale contemporanea”.

Il vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Tusa, Angelo Tudisca, ha parlato nel corso del suo intervento di “metodo-Tusa”, facendo rete con le istituzioni a più livelli e mettendo in pratica il sistema delle tre “E”: efficienza, efficacia ed economicità. “Abbiamo iniziato inserendo nel programma elettorale, nel lontano 2008, la collaborazione con le Università per gli scavi ad Halaesa. Se non si ha visione, non si può essere amministratori” – ha detto Tudisca –. “Oggi si è concluso un convegno denso di significato per ogni cittadino tusano perché ha visto luminari parlare del sito di Halaesa addirittura fuori dai confini nazionali. Ho rinnovato l’impegno dell’amministrazione ad ospitare gli studenti delle Missioni nonché a mettere a disposizione del Parco Archeologico risorse umane ed economiche per definire in tempi brevi il progetto per lo scavo del teatro”.

Il vicesindaco ha annunciato inoltre il finanziamento per la realizzazione della “Casa dell’artista”: “Si tratta dell’ultimo piano dello stabile di via Collegio, nel centro storico di Tusa, dove verranno adibiti ulteriori posti letto per poter ospitare studenti e ricercatori” e ha chiesto ai docenti universitari presenti ad Amiens di poter organizzare dei workshop presso le scuole cittadine e nei comuni dell’hinterland per far conoscere maggiormente il sito archeologico di Halaesa.

Molto soddisfatta infine l’organizzatrice del convegno, la prof. Costanzi: “Questi due giorni di convegno avevano due scopi: fare un punto sugli ultimi risultati delle ricerche delle missioni archeologiche e dei vari studiosi che lavorano ad Halaesa e nel Parco di Tindari, e creare un momento di scambio e di dialogo con le istituzioni che sono il quadro in cui i nostri lavori prendono inizio, senso e valore. Mi sembra – ha concluso – che i due scopi siano stati raggiunti”.

Un’occasione importante, di ricerca e confronto, che segna un’altra tappa fondamentale per lo sviluppo dei territori della Valle dell’Halaesa e per la Sicilia intera, che scommette sul patrimonio dei beni culturali e archeologici come volano per gli anni a venire.

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