Migranti, da problema a opportunità: il modello Castell’Umberto

di Redazione
26/04/2018

A Galati Mamertino si dice e si urla e si protesta: “Sono pericolosi e mettono in pericolo il nostro quieto vivere!”, “Vulemo vivire ‘nta pace”, “Non li vogliamo”. Sono frasi già sentite a poca distanza da qui e nemmeno troppo tempo fa. Era luglio, metà luglio. Nel 2017. E la prefettura inviò all’hotel Il Canguro un gruppo di migranti che furono accolti dalla cittadinanza tutta con disappunto. Dietro alle urla di quei giorni le stesse paure che si sentono oggi a Galati. Le paure di persone che non avendo mai toccato con mano certe situazioni si trovano ancorate e influenzate dai soli pregiudizi. Il pregiudizio che sono tutti delinquenti, tutti spacciatori tutti scansafatiche. Il pregiudizio che per tanti anni ha accolto comunità di siciliani che si spostavano in altri luoghi è generato oggi dai siciliani stessi.

Proviamo a chiederci cosa è succcesso a Castell’Umberto e a verificare quanto siano pericolose queste persone. Al Canguro vivono 25 ragazzi, tutti maschi e per la maggioranza giovanissimi (ci sono solo due trentenni). A Castell’Umberto in 9 mesi abbondanti di permanenza non è aumentato il numero di reati contro il patrimonio o contro la persona. Insomma non hanno rubato e non hanno menato le mani, aggredito o ucciso. Nonostante l’inverno passato senza riscaldamento e nonostante l’erogazione di servizi a singhiozzo da parte delle cooperative che gestiscono il CAS.

A Castell’Umberto è anche avvenuto che tra coloro che protestavano a luglio 2017, oggi c’è chi ha poi incontrato uno di questi migranti; il quale, visto che questa persona stava caricando legna si é offerto di aiutarlo – e da allora condivide con lui le giornate (il migrante in questione faceva il pastore ed è tornato a passare le sue giornate con le pecore “siciliane”). C’è la signora che strillava che non li voleva e che ieri postava selfie con uno dei ragazzi accanto a lei, mentre grigliavano allegramente. E c’é la vita ordinaria di tutti noi altri che adesso hanno 25 nomi in più nelle nostre rubriche; nomi che corrispondono a occhi e sorrisi e a volte pianti di ragazzi che in 9 mesi non hanno contribuito a riempire le statistiche sui piccoli o i grandi crimini che si compiono a Castell’Umberto e hanno invece contribuito a farci capire che sono persone, tutte diverse tra loro e tutte con i propri pregi e difetti – esattamente come noi.

Sono persone che se le abbracci, forte, non riescono a alzare le braccia per menare. Non riescono e non vogliono alzare le braccia per menare. Sono persone che non conoscevano i nostri usi e costumi e che hanno condiviso con noi il Natale, il Capodanno, il 25 aprile e domeniche di ordinaria tranquillità e pace. Sono persone che cercano di vivere in pace e che vorrebbero fare lavori ordinari. Gli agricoltori vorrebbero tornare a coltivare, i meccanici a riparare motori e l’unico calciatore vorrebbe tornare a giocare le partite invece che accontentarsi di allenamenti e allenamenti con la Sfarandina, i cui ragazzi lo hanno accolto con affetto e con un abbraccio, forte (anche i ragazzi dell’Umbertina hanno dato la posssibilità ad altri ragazzi di allenarsi con loro).

Non sappiamo come si possa gestire la grande questione delle migrazioni (fenomeno che non riguarda solo i nostri giorni). Sappiamo che ora la questione genera paura e sconforto nel paese di Galati; ci auguriamo che queste energie ínvestite in pianti e strepiti possano essere utilizzate per incontrare e inglobare nella vita di tutti i giorni delle persone. Perché alla fine si tratta di persone.

Coordinamento Senza Frontiere, Castell’Umberto

Riceviamo e pubblichiamo la replica del dott. Salvatore Sciortino, responsabile del CAS – Il Canguro di Sinagra:
“Abbiamo visto che nel vostro sito il “Coordinamento Senza Frontiere” di Castell’Umberto,  premetto un organismo istituzionalmente non riconosciuto e pertanto non riconoscibile, ha pubblicato una missiva relativa ai fatti accaduti a Galati Mamertino, mettendo anche delle falsità rispetto al fatto che al CAS  Il Canguro di Sinagra i beneficiari abbiano trascorso l’inverno senza riscaldamenti e che i servizi vengono erogati a “singhiozzo”. Con la presente si intende precisare che i riscaldamenti al Canguro sono stati assicurati da termoventilatori elettrici (in quanto il sistema di riscaldamento centralizzato si trovava in fase di manutenzione). Inoltre riteniamo non corretto che qualcuno non identificabile, ne come soggetto fisico ne come soggetto giuridico, possa esprimere delle valutazioni rispetto l’erogazione dei nostri servizi offerti, definiti appunto a “singhiozzo”. Tale affermazione è assolutamente non veritiera in quanto i servizi presso il CAS Il Canguro vengono erogati regolarmente nei tempi definiti anche dalle istituzioni con le quali collaboriamo, in primo luogo con la Questura e la Prefettura di Messina. Pertanto onde evitare problemi legali, chiediamo o una cancellazione dell’articolo dal sito o una rettifica delle informazioni ivi riportate”.

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