A chi dà fastidio Antonio Presti?

di Turi Milano
16/03/2024

A chi da fastidio Antonio Presti? E’ una domanda semplice e banale, se volete, che continuiamo a farci da un bel po’ di tempo.

E continuiamo a farcela soprattutto negli ultimi mesi di fronte a un silenzio assordante e immotivato delle Amministrazioni di quel pezzo di territorio in cui si trovano le opere create grazie alle intuizioni, al genio, all’amore per la bellezza del mecenate Antonio Presti.

Sapevamo e sappiamo che il lavoro di Antonio, di rottura rispetto a una cultura comune spesso asservita agli interessi criminali, ha dato fastidio ai clan della zona ma non ci aspettavamo questo isolamento da parte di chi è chiamato a difendere e tutelare interessi collettivi e beni comuni.

Le opere della Fiumara d’Arte e l’Atelier sul mare, oltre a essere patrimonio mondiale dell’arte contemporanea, sono sicuramente beni comuni per un atto di donazione che lo stesso Antonio ha fatto al territorio, eppure tutto tace.

Lui va via da Castel di Tusa? Che se ne vada pure è il segnale che arriva dal territorio. E poco importa se l’assenza di un intellettuale come Antonio possa rendere l’aria più irrespirabile di quanto già sia in questa zona di confine diventata spesso luogo di incontro di tutte le mafie della nostra terra.

Vogliono portare questo pezzo di Sicilia al silenzio e all’acquiescenza, voglio ridurlo a terra di conquista di questo o quell’altro speculatore. Ecco perché questa è diventata una battaglia civile che ci coinvolge tutti, non solo questo pezzo dei Nebrodi.

Chi sa parli e ci dica a chi dà fastidio Antonio Presti, a quale politico nuoce la sua voce libera e controcorrente, quali interessi ci sono dietro il silenzio, quali forze brigano per farlo tacere. E’ arrivato il momento di smarcarsi soprattutto perché gli spifferi, la calunnia, le dicerie, le bugie diffuse ad arte puntano intanto a screditare un uomo che ha rinunciato alle sue ricchezze, ha segnato una cesura con un mondo, ha dimostrato che questa terra si libera dalla bruttezza solo grazie a scelte personali radicali.

E’ il caso oggi di partecipare in massa, di esserci per dimostrare che i Nebrodi stanno dalla parte giusta. Dal parte della bellezza, della giustizia e della verità.

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