Gioele, ricerche sotto accusa: l’area del ritrovamento era stata bonificata

di Giuseppe Salerno
20/08/2020

Ci sono volute due settimane per arrivare a una svolta del caso e trovare il corpo del piccolo sparito nel nulla lo scorso 3 agosto insieme con la madre, il cui cadavere era stato rinvenuto l’8 agosto. L’avvistamento del cadaverino, o meglio di ciò che resta del bambino, è avvenuto per l’esattezza alle 10.28. Un carabiniere in congedo, che aveva raccolto l’appello del padre della creatura, ha partecipato da volontario alle ricerche di Gioele “armato” di una falce, ed ha iniziato a perlustrare un’area che le squadre di ricerca avevano già battuto e bonificata. Proprio in quell’area, in cui nessuno si sarebbe sognato di andare, il ritrovamento del corpicino nascosto sotto una fitta vegetazione.

Quella regione  era stata battuta da personale altamente specializzato nelle ricerche, da cani molecolari sottoposti a un addestramenti ad hoc e impiegati nella ricerca delle persone scomparse, me senza alcun risultato. In prossimità del primo ritrovamento, ad una settantina di metri, una testa ridotta quasi a teschio e nella stessa zona resti di una magliettina. Dopo un’azione di disboscamento, una ricerca minuziosa nella stessa area il ritrovamento di altri resti umani, costole e scapole, che, “quasi certamente”, come dicono gli investigatori, appartengono al piccolo Gioele

Qualcosa nelle ricerche non ha funzionato. Se non fosse stato per l’appello lanciato dalla famiglia e raccolto dai volontari chissà se e quando si sarebbero trovati i resti del piccolo Gioele. Ci sarebbero volute settimane o mesi forse, come nel caso di Yara Gambirasio, la bambina scomparsa nella serata del 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra e ritrovata 3 mesi dopo in un campo, che risultava già essere stato bonificato. Il 26 febbraio 2011 casualmente i resti della 13enne vennero trovati da un aereomodellista mentre andava a recuperare il suo aereo telecomandato caduto nelle sterpaglie. I volontari della protezione civile, carabinieri, guardia di finanza e polizia, anche con l’ausilio di cani molecolari, avevano battuto quello stesso campo senza nulla trovare.

Sull’affidabilità delle ricerche disposte dallo Stato molte, ora, sono le perplessità. Il primo a dire la sua è  Claudio Mondello, legale e cugino della famiglia di Daniele Mondello, marito di Viviana Parisi e padre del piccolo Gioele, il bambino ritrovato ieri: “Persino per ritrovare Gioele la mia famiglia ha dovuto fare affidamento sulle proprie forze: ancora una volta ha dovuto “metterci una pezza”. La credibilità dello Stato ne esce fortemente compromessa e non posso che dolermene. Devo, tuttavia, ringraziare i tantissimi volontari che ci hanno sostenuto col loro sudore ed amore. E’ una Italia – conclude il legale – che ci restituisce speranza”.

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