Comuni virtuosi ma mancano gli impianti: il paradosso della differenziata

di Emanuela Raimondi
14/04/2022

Attestati di merito ai comuni siciliani per il raggiungimento del 65 per cento di raccolta differenziata nel 2020, ma dove differenziare? Una domanda in apparenza banale, ma a pochi giorni dalla cerimonia al centro fieristico Le Ciminiere di Catania, in cui gli amministratori regionali hanno premiato 167 comuni siciliani, diventa un paradosso stridente.

Il problema della mancanza di impianti di smaltimento, dell’aumento dei costi di conferimento e trasporto e di una crisi imminente del sistema rifiuti siciliano, è urgente. Il sindaco di Camporotondo Etneo, Filippo Privitera – come racconta il quotidiano online LiveSicilia – ha disertato la cerimonia dei comuni virtuosi e ha parlato di maggiori costi di conferimento rispetto alla premialità ricevuta. “Quando le premialità riconosciute dalla Regione sono quasi la metà di qualche anno fa, con i costi di conferimento nelle piattaforme che aumentano molto più per i costi delle energie – ha detto –, queste occasioni rischiano di diventare più uno spot per chi premia piuttosto che un premio per le comunità per gli obiettivi che raggiungono”.

Anche il sindaco di Tusa Luigi Miceli ha espresso soddisfazione per le performances raggiunte in termini di raccolta differenziata, lanciando però un appello per attivare nuovi impianti di smaltimento. Il Presidente della Regione Nello Musumeci, dal canto suo, se la prende con “l’ambientalismo dei professionisti del no”, che metterebbe i bastoni tra le ruote a iniziative di crescita e sviluppo del territorio. “Una bellissima testimonianza di civiltà – ha definito Musumeci nel suo intervento alle Ciminiere l’impegno di sindaci e cittadini – mentre i costi di conferimento e trasporto aumentano e si scontrano con la saturazione degli impianti di smaltimento in Sicilia e il conseguente decremento dei livelli di servizi erogati dai comuni“.

Ma torniamo al paradosso che si fa più concreto con la nota dell’11 aprile firmata da S.R.R. Messina – Società per la Regolamentazione del servizio di gestione dei Rifiuti – insieme a una sessantina di sindaci della provincia e destinata agli Organi regionali. Il documento premette e allega una precedente missiva del 22 marzo 2021, dove già 90 sindaci del territorio avevano avanzato delle proposte – rimaste inascoltate – all’Assessorato Regionale all’Energia ed ai Servizi di Pubblica Utilità, in merito al problema dell’impossibilità di conferire rifiuti indifferenziati per la mancanza di impianti.

“Il 3 marzo 2021 la Sicula Trasporti S.p.A. – gestore della discarica per rifiuti solidi urbani non pericolosi sita a Lentini (SR) – ha comunicato che non potrà più accettare, già nella prima settimana di maggio prossimo, alcun conferimento” – scrivevano – dove si spiega che la maggior parte dei comuni siciliani conferiscono nell’impianto in questione e che mancano altri impianti le cui dimensioni arrivino a sopperire l’assenza di quello di Lentini.

Si avvisava già di una crisi emergenziale del settore, di rischi concreti, con numeri alla mano sui costi medi di conferimento e di trasporto, anche in altre Regioni e delle difficoltà dei comuni costretti anche ad aumentare il piano TARI per coprire le spese.

Tra le soluzioni proposte un anno fa, c’erano quelle di individuazione di impianti per rifiuti indifferenziati e umidi in altre Regioni italiane, di consentire alle SRR di definire prezzi calmierati di trasporto e di accelerare le procedure per le autorizzazioni di ottimizzazione degli spazi ancora presenti nell’isola (per esercire trattamento biogas e percolato, estrazione in discarica).

A distanza di un anno, un’ulteriore segnalazione punta il faro sulla crisi del sistema rifiuti e sulle “attuali discariche siciliane – ormai al collasso”, recita la nota. Un invio agli organi regionali, agli assessorati all’Energia e al Territorio e Ambiente e al Prefetto di Messina “tenuto conto che nessuna delle proposte in essa contenute (la nota del 2021 ndr), almeno finora, è stata presa in considerazione”.

Secondo quanto riportato nel documento congiunto, “oggi i Comuni sono chiamati a riconoscere il pagamento, alle attuali discariche presenti sul territorio siciliano, di tariffe particolarmente onerose che si attestano intorno a 270 euro per tonnellata! Ciò è irriverente nei confronti della finanza pubblica e non è assolutamente sostenibile né dal punto di vista ambientale che economico e finanziario. I bilanci comunali sono completamente assorbiti dalle voci di trasporto e di conferimento dei rifiuti. Il livello dello standard di erogazione dei servizi è in continuo decremento mentre quelli del conferimento e del trasporto sono in costante aumento. Ciò non consente, e non lo consentirà più entro brevissimo tempo, di mantenere gli attuali standards di raccolta differenziata, determinando l’immediata vanificazione di tutti gli sforzi fatti finora, dalle Amministrazioni e dai Cittadini, in termini di sostenibilità ambientale e di rispetto della vigente normativa”.

“Non è più sostenibile chiedere ai Cittadini – prosegue la nota – già vessati dall’emergenza COVID e dalla sempre più evidente crisi finanziaria – il pagamento di tariffe sempre più onerose a fronte di eguali servizi o, il più delle volte addirittura ridotti. Non è più possibile che i rifiuti facciano il tour fra la Sicilia Orientale e quella Occidentale con costi a carico della finanza pubblica. È osceno; è oltremodo riluttante che i Comuni debbano andare incontro al dissesto finanziario a causa del conferimento dei rifiuti o che, per la stessa causa, non sia possibile raggiungere gli obiettivi prefissati dagli Amministratori Comunali e dalle diverse Comunità rappresentate. Ormai è chiarissimo, quasi lampante ai più, che la Sicilia necessita di essere dotata di impianti per il trattamento dei rifiuti tali da consentire il potenziamento delle attuali performances raggiunte e la riduzione dei prezzi di trattamento e conferimento. Diversamente saremo inesorabilmente destinati a piombare nella più critica delle emergenze igienico – sanitarie non certamente ascrivibile ai Sindaci ma unicamente alla penuria – forse è meglio dire assenza – di impianti in Sicilia determinata dalla miopia e dall’inerzia di chi è deputato a verificare ed autorizzare l’attivazione degli stessi.”

I firmatari segnalano che la SRR Messina ha già avviato – da più di un anno – l’iter per la realizzazione di un polo impiantistico pubblico per il trattamento dei rifiuti indifferenziati e umidi, da realizzare a Mazzarrà Sant’Andrea, e che questo risulta ancora oggi bloccato “apparentemente in maniera ingiustificata”. Si attende il rilascio del PAUR per consentire l’inizio dei lavori “che consentirà, nell’arco di 14 mesi, la realizzazione dell’opera e – sottolineano – la risoluzione definitiva dell’emergenza rifiuti”.

“Il polo impiantistico, una volta realizzato – concludono i sindaci – consentirebbe all’intero territorio metropolitano di Messina di conferire i rifiuti riducendo di oltre il 40% i costi di conferimento e di annullare i costi di trasporto. I rifiuti indifferenziati verrebbero conferiti sostenendo un importo di circa 130 euro per tonnellata a fronte dei 270 di oggi mentre il rifiuto umido verrebbe conferito a circa 80 euro per tonnellata a fronte di 240 euro. Ciò si tradurrebbe in una effettiva, immediata, corretta e sostenibile gestione del ciclo dei rifiuti, sia dal punto di vista ambientale che finanziario”.

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