Focolaio all’Oasi di Troina, proseguono indagini della Magistratura

di Giuseppe Salerno
21/04/2020

Proseguono le indagini del pool di magistrati della Procura di Enna, coordinati dal procuratore capo Massimo Palmeri, la quale avvalendosi della Guardia di Finanza di Nicosia sta cercando di far luce sull’incontrollata trasmissione di Covid-19 all’Oasi Maria Santissima di Troina, che ha portato al contagio di 170 persone, tra pazienti e operatori, dei quali si sono registrati 5 decessi.

Un focolaio, quello determinato all’interno dell’Istituto di ricerca e cura, che ha inciso in maniera determinante sui numeri dei positivi e l’incidenza dei casi, in proporzione al numero di abitanti, su scala provinciale, che ha costretto la Regione a dichiarare Troina “zona rossa” e ad inviare un commissario per l’emergenza e il Governo infermieri e medici dell’Esercito e della Marina.

Gli uomini delle Fiamme gialle della Tenenza nicosiana, coordinati dal tenente Carlo Donnini, su delega della Procura, lavorano giorno e notte all’indagine che sta cercando di individuare eventuali responsabilità che porterebbero al reato di epidemia colposa, omicidio colposo e altri potenziali profili penali che riguardano la gestione dell’emergenza sanitaria nella struttura. Al momento però nessun iscritto nel registro degli indagati.

La squadra di polizia Giudiziaria ha nei giorni scorsi acquisito, telematicamente, diversi documenti interni dai quali emergerebbero ritardi e disorganizzazione nella gestione dei primi casi di contagiati tra gli ospiti della struttura, che si occupa di riabilitazione per malati mentali e autistici.

Una leggerezza nella gestione, emergerebbe dalle prime indagini, dalla quale si registra, appunto, il mancato isolamento dei primi casi considerati sospetti. Persino l’Asp di Enna, in una relazione interna, ora sul tavolo dei magistrati, parla di “governance” poco chiara.

Queste circostanze adesso sono sotto la lente d’ingrandimento dei sostituti procuratori Stefania Leonte, Domenico Cattano e Salvatore Interlandi che lavorano sull’indagine prendendo spunto anche da segnalazioni dalle quali si evidenzierebbero ritardi sui tamponi e decessi sospetti, per infezione da Coronavirus, che potrebbero essere frutto di imperizia medica.

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