Fondi Rustici Mistretta, Regalbuto esplode: “Perché diritto riconosciuto non viene garantito?”

di Giuseppe Salerno
24/03/2020

Sui fondi rustici di Mistretta esplode sul web l’ira dell’avvocato Gabriella Regalbuto che, per mandato ricevuto dalla società di mutuo soccorso “La Cerere”, ha rappresentato e curato personalmente la ricognizione del demanio civico amastratino da quando, il 2 luglio 2019, la Commissione Straordinaria ha emanato il regolamento per l’affitto dei fondi rustici in cui – secondo il legale – si palesavano gravi violazioni del diritto del demanio civico amastratino.

Ieri, 23 marzo, dopo la pubblicazione sull’Albo Pretorio del Comune di Mistretta della nomina della commissione di gara per i fondi rustici di proprietà del Comune l’avv. Regalbuto è intervenuta sul web con un video al vetriolo, recriminando l’esistenza della ricognizione del demanio civico da parte del Commissario per la liquidazione degli usi civici (magistrato speciale di primo grado, 14 su tutto il territorio nazionale, ciascuno con competenza territoriale diversa, istituito dalla legge 16 giugno 1927, n. 1766, con il compito di regolare i conflitti in materia di legislazione degli usi civici), nonché la recente sentenza del TAR che – secondo quanto afferma la Regalbuto – sospende alcuni punti dei Bandi di affitto dei fondi rustici pubblicati in tre date diverse.

“Sono doppiamente delusa: in tempi di negoziazione la Commissione aveva garantito la presenza di un rappresentante sindacale nella commissione di gara, di cui comunque non vi è traccia.  Non volendo sindacare sull’esistenza o meno degli atti di interpello richiamati, stiamo assistendo ad una grave violazione del diritto del demanio civico dei cittadini di Mistretta, diritto riconosciuto e garantito dalla Costituzione della Repubblica Italiana come “ordinamento giuridico primario delle comunità originarie. Il demanio civico è proprietà collettiva, e sebbene anche temporaneamente la gestione separata può essere affidata all’ente comunale, quest’ultimo deve comunque amministrarla nell’interesse della collettività. E quale interesse è sotteso alla nomina della commissione di gara per la naturale prosecuzione dei bandi di affitto dei fondi rustici? Dov’è il superiore interesse dei cives amastratini nei tre bandi di affitto pubblicati dalla Commissione Straordinaria? Dov’è il rispetto delle leggi nell’ignorare l’esistenza del demanio civico e voler continuare nell’errata applicazione non solo della legge agraria, ma della stessa proprietà delle terre della città di Mistretta, proprietà esclusiva di tutti i cives amastratini.

Quei bandi dovevano essere sospesi, occorreva fare un passo indietro, anche con le proprie convinzioni, prendere coscienza dell’esistenza del demanio civico, diritto che seppure noto nella casa comunale amastratina (basta leggere le numerose delibere delle passate amministrazioni) è stato disconosciuto, negato e disapplicato dalla Commissione; diritto che si è preteso fosse estinto o decaduto quando, ai sensi di legge, tale diritto è inalienabile, imprescrittibile, non usucapibile e perpetuo, riconosciuto e garantito dalla nostra Carta Costituzionale come ordinamento giuridico primario delle comunità originarie. Invece, la commissione non solo si è rifiutata di prendere coscienza dell’esistenza del demanio civico ma, continuando nella sua negazione di tale diritto, ha continuato l’iter intrapreso per la concessione degli affitti, in deroga alla legge agraria e senza garanzie per i cives amastratini, anche in sfregio alle sospensioni del TAR di Catania. Il tutto senza mai ascoltare né la comunità né, soprattutto, le rappresentanza sindacale della categoria che, insieme a me, al presidente della società “La Cerere”, Vincenzo Agnello, è sempre stata presente e disponibile al confronto. Una domanda a cui non riesco a dare ancora una risposta è il perché di questo accanimento nei confronti dei cittadini di Mistretta.
In nome di una legalità troppe volte sciorinata e brandita come arma, sono state prese decisioni pregiudizievoli per tutta la comunità, non solo per il comparto zootecnico. Mistretta è un paese a forte vocazione agricola/zootecnica e se collassa questo settore rischia di collassare l’intero tessuto urbano.

Sulla questione si è espresso anche il responsabile della sede zonale UCI di Santo Stefano di Camastra, Riccardo Zuccoli:

“Condivido ogni singola parola espressa dall’Avv. Regalbuto nel video pubblicato ieri. Anche il TAR di Catania ha sottolineato l’importanza della partecipazione attiva delle organizzazioni sindacali in fase di negoziazione per addivenire alla deroga alla Legge Agraria (L. 203 del 1982) sia per la durata degli affitti, sia per il canone di locazione che per tutte le altre questioni per cui non è possibile derogare alla legge Agraria senza un preventivo tavolo di negoziazione con le rappresentanze sindacali. Inoltre, a prescindere dalla falsa ed erronea applicazione della Legge Agraria e delle sue deroghe, è un dato certo e acclarato, riconosciuto per legge e oggetto di recente ricognizione la presenza sul territorio di Mistretta di circa 4.000 particelle gravate dal demanio civico per cui occorre procedere con la concessione del pascolo agli allevatori e non con la nomina della commissione di gara per l’affitto dei fondi rustici di proprietà del Comune.
La democrazia, la legalità, la rappresentanza sindacale, i diritti inviolabili dei cittadini, non riguardano affatto la Commissione prefettizia che con l’ariete degli affitti dei fondi rustici rischia seriamente di distruggere l’economia amastratina.  Allora, cosa significa, in un Ente pubblico, in un Paese democratico, vivere e agire secondo la legge?”

Numerose le voci che si alzano dagli allevatori di Mistretta dopo il video “J’accuse” dell’Avv. Regalbuto. Ecco le dichiarazioni pervenute a questo giornale:

“Da allevatore e, principalmente, da cittadino libero e senza bandiera se non la ragione, mi sembra di osservare, ormai da diverso tempo il tramonto di un’era, il tramonto della giustizia, del buon padre di famiglia, dell’etica e della deontologia in tutta la sua ampiezza: il voler perpetrare a tutti i costi un obiettivo, il fitto dei fondi rustici amastratini privo di buon senso, già sentenziato in punti chiave dal TAR, con l’aggravante totale di voler imporre un regolamento e dei bandi, capestri, errati in forma e sostanza, su qualcosa che non è di proprietà del comune, come i terreni del demanio civico, mi rimanda alle note del diktat prepotente e arrogante di chi, da astuto giocatore, provi un ultimo bluff, sperando in un colpo di coda che porti all’errore l’incauto allevatore. Ma in questa storia stavolta c’è un ingranaggio nuovo, che rompe gli schemi precedenti e irrompe con senso civico e di giustizia vera nelle mura del nostro municipio. E sono i giovani, quei giovani che la Commissione sostiene di voler aiutare e tutelare e a cui, invece, sta troncando gambe e futuro. Abbiamo fatto suonare le campane delle nostre vacche in piazza, le faremo suonare sui nostri pascoli in Maggio. Ora, in piena crisi umanitaria, ci chiediamo come si possa cercare di perpetrare l’errato e non il diritto, l’arbitrio e non il buonsenso e placet di un settore, una comunità già martoriata da anni e che ora deve affrontare problemi ben più ardui.”, così Manuel Ribaudo, allevatore di Mistretta.

Sulla questione si è espressa anche una storica allevatrice di Mistretta, la signora Rita Iraci la quale lancia un grido di allarme per l’emergenza alimentare che le aziende di Mistretta stanno vivendo:

“L’avv. Regalbuto ha espresso con tutta la sua tenacia il grido d’allarme che le è giunto ieri da noi allevatori quando abbiamo appreso della nomina della commissione di gara. Ci siamo sentiti presi in giro da chi dovrebbe tutelare e garantire i nostri diritti di liberi cittadini e di imprenditori che tentano, con fatica, ad alimentare l’economia locale, fortemente provata.
Il mancato pascolamento sui terreni comunali per l’anno 2019 ha avuto un effetto nefasto su tutte le nostre aziende; lo scorso anno, infatti, mancando le erbe del pascolo, abbiamo dovuto provvedere con fienagione e mangimi extra che hanno inciso in maniera decisiva sulle finanze aziendali, sulla liquidità e sulla capacità di spesa delle aziende zootecniche. Non possiamo permetterci, anche per il 2020, di perdere l’importante contributo che le terre demaniali danno ai nostri animali, sia in termini di benessere animale, sia in termini di ristoro economico per le aziende. Le nostre aziende sono principalmente allevamenti estensivi, all’aperto, e dopo che abbiamo costruito aziende e realtà imprenditoriali potendo contare sui terreni comunali, oggi questa ingiustificata e arbitraria sottrazione ci sta mettendo in ginocchio; e non vogliamo arrivare a dover scegliere se sfamare le nostre famiglie o i nostri allevamenti.”

“Se al problema della perdita dei pascoli aggiungiamo anche la perdita dei titoli PAC – afferma un giovane allevatore, Lucio Di Gangi, è evidente che le aziende locali si troveranno a dover fare una scelta di fondo: se continuare la propria attività con tutte le difficoltà e le incertezze del momento storico che stiamo vivendo, o cercare la propria fortuna altrove. E laddove ai nostri padri è stato permesso di costruire aziende, mantenere le famiglie, sostenere l’economia comunale e locale a noi giovani sarà permesso solo di prendere le nostre conoscenze e i nostri sogni e spenderli altrove. Dove sta la legalità quando viene chiesto ai giovani di abbandonare le terre su cui hanno sudato le fatiche i propri padri per trovare lavoro altrove e permettere una vita dignitosa a se stesse e ai propri figli? Quanti giovani avranno l’opportunità di crearsi un avvenire, per sé e per le proprie famiglie. Si parla tanto di spopolamento delle aree interne, ma se le nostre Istituzioni non ci permettono di lavorare in queste aree interne, lì dove abbiamo strumenti e diritti cos’altro possiamo fare noi giovani se non emigrare in cerca di certezze per il nostro futuro? Noi vogliamo rimanere qui, rilanciare il nostro paese e la nostra realtà ma per farlo non possiamo lottare contro un’Istituzione che sembra voglia distruggere quel poco che è rimasto a Mistretta”.

Vincenzo Agnello (Presidente de “La Cerere”) afferma:

“Gli allevatori non sono affatto tutelati e soddisfatti da come sta agendo la Commissione in relazione ai bandi di affitto dei fondi rustici. Abbiamo ottenuto la ricognizione del demanio civico e per tale motivo, ai sensi della legge sugli usi civici, abbiamo protocollato diverse richieste di concessione dei pascoli, richieste inviate solo per rispetto istituzionale. Rispetto che non viene ricambiato dalla commissione straordinaria che continua a prenderci in giro; come ci ha presi in giro quando ha dichiarato, e scritto, che avrebbe riconosciuto il diritto di precedenza assoluta negli affitti, per poi prevedere la precedenza a parità di offerta; e come ci ha presi in giro quando ci ha garantito che avrebbe inserito dei nostri rappresentanti nella commissione di gara, salvo poi scoprire che nella commissione ci sono solo tecnici comunali, gli stessi che negli anni passati hanno sottoscritto documenti comunali relative al demanio civico e nel corso delle nostre riunioni con la commissione hanno negato l’esistenza di tali diritti sul nostro territorio”.

Rispetto alle dichiarazioni rese dalla Regalbuto, in ordine ad un mancato riscontro da parte del Comune alle lettere di chiarimenti inviate nei giorni scorsi dall’ Unione Coltivatori e dalla società La Cerere, corre l’ obbligo di evidenziare – secondo indiscrezioni trapelate dalla Casa Comunale – come invece tali note risulterebbero già spedite. Con tali lettere il Comune ribadisce che le procedure seguite sono corrette, tanto che il TAR non ha sospeso i bandi emanati e per tali motivi si andrà avanti con altri bandi, coronavirus permettendo.

 

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