I sindaci Nobile e Ruffino raccontano l’esperienza in Ucraina

di Redazione
27/10/2022

Sono tornati ieri sera commossi e con un bagaglio personale ricco di esperienza i due primi cittadini dell’area nebroidea che hanno rappresentato la Sicilia, nel viaggio in Ucraina per gemellarsi con i colleghi sindaci attraverso progetti di nonviolenza e di sostegno e per immaginare la ricostruzione.  

Giuseppe Nobile, sindaco di Castel di Lucio, e Domenico Ruffino, sindaco di Pettineo, erano partiti il 24ottobre per Leopoli  con il Movimento di Azione Nonviolenta. Insieme a Angelo Moretti, Marianella Sclavi, Marco Bentivogli e Riccardo Bonacina, rispettivamente portavoce e componenti del coordinamento del MEAN, e ad alcuni sindaci e delegati dei comuni italiani di Camponogara, con la vicesindaca Vania Trolese; Medicina, con il sindaco Matteo Montanari; Mira, con l’assessora alla pace Irene Salieri; e a Marcello Bedeschi, Coordinatore delle ANCI regionali italiane, hanno firmato uno Statement, un accordo di cooperazione, che da oggi regola i reciproci impegni a favore del popolo ucraino aggredito e della costruzione della pace in Europa.

Lo Statement ha cinque articoli in tutto: Nonviolenza attiva; Patti di Azione Nonviolenta, Amministrazione Condivisa e Sussidiarietà; Accoglienza Diffusa; Patti per la Ricostruzione  condivisa; Commissione verità e riconciliazione e Percorsi memoriali e prevede una serie di azioni: aiuti umanitari in Ucraina e sostegno agli sforzi delle municipalità ucraine nell’accoglienza dei numerosissimi sfollati interni; ripresa economica; assistenza nella formazione scolastica e nell’occupazione giovanile; progetti di turismo responsabile e di scambi culturali; sostegno reciproco nella definizione dei sistemi di contrasto alla corruzione; prevenzione e cura delle varie forme di disagio che conseguono alla guerra.

Alla fine della guerra, secondo i “Patti di azione nonviolenta”, i cittadini ucraini dovranno prendersi cura dei loro beni pubblici. La ricostruzione, in questo senso, diviene “bene comune” e per questo i cittadini stipulano un “patto di collaborazione” con i propri comuni per una ricostruzione partecipata e condivisa. I Comuni italiani si sono impegnati, dunque, a sostenere i comuni accoglienti ucraini nella strutturazione di una rete di accoglienza diffusa per la qualità di vita degli sfollati interni che provengono dalle città distrutte o assediate dell’est Ucraina.

In particolare, grazie anche alla presenza di ANCI, i comuni italiani si sono impegnati a sostenere il governo centrale ucraino e le associazioni dei Comuni Ucraini nella predisposizione di un sistema operativo di accoglienza diffusa degli sfollati, sostenuto da UNHCR e dall’UE, sulla base del modello virtuoso italiano del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) e dei Piccoli Comuni del Welcome. Con il sostegno dell’expertise dell’associazione LABSUS, infine, i comuni italiani si ripromettono di dare informazione e formazione ai comuni ucraini che lo richiederanno.

Presenti con la Delegazione MEAN, anche Gregorio Arena, fondatore di Labsus-Laboratorio sussidiarietà, che ha proposto i “Patti di collaborazione nonviolenta”, Paolo Della Rocca del MoVi_Movimento Volontariato Italiano, don Giacomo Panizza, Comunità Progetto Sud, Simone Feder, Coordinatore “La Casa del Giovane”, Paolo Bergamaschi, a lungo consulente del Parlamento europeo per la Commissione esteri.

«Quando abbiamo attraversato il confine a Medyka – racconta il sindaco di Pettineo, Domenico Ruffinoabbiamo avuto visivamente davanti a noi gli effetti della guerra. Il confine era preso d’assalto da centinaia di donne e bambini e nei loro volti abbiamo visto tutta la disperazione della fuga dalla guerra. Mi ha molto colpito la dignità di tutti i rappresentanti delle comunità che hanno partecipato a questo incontro di Leopoli. Non chiedevano solo aiuto umanitario, anche se in previsione dei mesi invernali l’aiuto lo dobbiamo dare tutti. Ma soprattutto hanno usato la parola “futuro”: vogliono essere aiutati a ricostruire il loro futuro dopo la guerra. Ed hanno espresso tutto il loro desiderio di essere parte dell’Unione Europea».

«A Leopoli abbiamo visto in moto i soldati della pace, che siamo noi e quella parte del popolo ucraino che chiede la pace – afferma il sindaco di Castel di Lucio, Giuseppe Nobile – abbiamo sentito tanti sindaci e tutti chiedono di riattivare sicuramente gli aiuti umanitari, ma anche l’accoglienza delle famiglie, mamme e bambini, come abbiamo fatto in estate con i Summer camp. E poi tanti progetti, alcuni dei quali molto consistenti. Per questo abbiamo avviato un dialogo con ANCI nazionale e con l’Unione Europea. È stata una proficua occasione anche di conoscenza e relazione tra noi Comuni italiani.».

Nobile e Ruffino si sono impegnati a portare l’esperienza dei “Patti di Leopoli” alla prossima assemblea ANCI che si terrà a Bergamo dal 22 al 24 novembre prossimi, in modo da coinvolgere anche tutti i sindaci d’Italia

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