Lo stefanese Giuseppe Famularo sulle orme del Maestro Riccardo Muti

di Emanuela Raimondi
21/12/2021

Si è conclusa il 15 dicembre, con l’esecuzione del Nabucco di Giuseppe Verdi in concerto, la settima edizione del progetto “Riccardo Muti Italian Opera Academy”. A dirigere, cinque giovani direttori d’orchestra provenienti da tutto il mondo, selezionati per partecipare al progetto di formazione.

Il maestro Muti, dopo aver diretto l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini il 14 dicembre, ha presentato i talenti della sua Accademia Internazionale, che si sono alternati sul podio per la direzione del Nabucco, negli spazi del Deposito di Fondazione Prada, a Milano. Unico italiano tra i giovani collaboratori Giuseppe Famularo, 30 anni, di Santo Stefano di Camastra.

Ma non è finita qui. Come da nota del 17 dicembre, si è appreso che il Maestro Riccardo Muti, a seguito di una diagnosi di polmonite, ha dovuto suo malgrado rinunciare ai concerti previsti al Teatro Galli di Rimini e al Teatro Alighieri di Ravenna, rispettivamente il 18 e il 20 dicembre. Ha scelto quindi di regalare un’altra opportunità agli allievi che ha guidato per la VII edizione della Riccardo Muti Italian Opera Academy, invitandoli a dirigere l’Orchestra Cherubini per una selezione di brani da Nabucco.

La vita sa essere inaspettatamente disarmante quando meno lo sospettiamo”, ha scritto su Facebook Famularo, riferendosi alla notizia della sostituzione del Maestro Muti. “Con il cuore inorgoglito, l’onore di dover sostituire il Maestro insieme ai miei compagni d’avventura dell’italian opera academy e la forte responsabilità affidataci: nei riguardi del Maestro, dell’orchestra, del pubblico e della magniloquente partitura verdiana.

Lo abbiamo intervistato per scoprire insieme i retroscena del debutto a Milano e qualcosa in più sulla sua carriera in ascesa.

Maestro Famularo, ci racconti com’è andata martedì scorso.

Il concerto finale dell’Italian Opera Academy è stato un momento molto emozionante: era ora di mettere a frutto tutto il lavoro svolto col Maestro Muti durante i giorni di lezione. Nell’auditorium della Fondazione Prada si respirava un clima da grandi occasioni, l’atmosfera in sala era bellissima e tantissima gente è venuta a sentire il concerto, con la curiosità di sentire i nuovi direttori e avere conferme se ciò che si diceva di noi fosse vero. E poi, abbiamo diretto il concerto il giorno dopo che lo stesso concerto fosse stato diretto dal Maestro Muti. Avevamo tutti una grande voglia di fare benissimo. 

Il Maestro Muti vi ha detto qualcosa poco prima di salire sul palco per la direzione del Nabucco?

Il Maestro ci ha parlato solo al termine del concerto. Alla fine era soddisfatto delle nostre esibizioni e del risultato dell’esecuzione del Nabucco.

C’è un particolare di questa esperienza che le è rimasto impresso?

La grande umanità del Maestro Muti che ci ha accompagnato passo passo in ogni aspetto della lezione. Avendo pazienza e cura di ribadire ad ognuno di noi concetti fondamentali su cui credeva tanto per la messa a punto di un’opera. La sua vena ironica è stata alla base delle lezioni della Masterclass e di tutti i suoi discorsi.

C’è stato un momento, durante l’Italian Opera Academy, in cui si è detto “non ce la posso fare”?

Mai. Quando si arriva a quel punto si è consapevoli del proprio valore e di ciò che si sa fare. Nessuno di noi ha mai dubitato di se stesso.

Com’è arrivato ad avere questa grande opportunità?

Questa opportunità è nata dall’esigenza di realizzare il sogno di poter stare lì sul podio accanto al Maestro e ricevere i suoi preziosi consigli e le esperienze di tanti anni trascorsi a dirigere. Dopo gli studi pianistici e il percorso da direttore d’orchestra, entrare a far parte dei direttori scelti dal Maestro Muti è una conferma che ho fatto un buon lavoro. Oltre che, chiaramente, un onore smisurato.

Un’impressione sui concerti a Ravenna e Rimini.

È stata una grande emozione, chiaramente. Io e gli altri direttori dell’Academy non ci saremmo mai aspettati di poter vivere questa esperienza: sostituire il Maestro. Siamo stati tutti onorati di ricevere questo impegno, sapendo anche che ciò comportava una grande responsabilità. Credo però che la grande affluenza di pubblico in teatro e i lunghi applausi finali abbiano manifestato il grande senso di affetto della gente nei confronti del Maestro Muti e di riflesso sul lavoro da noi svolto insieme all’orchestra, al coro e ai cantanti. Questo evento così speciale ha di certo segnato la vita di ognuno di noi e non potremo essere che più grati. 

Qual è il suo prossimo impegno come musicista?

Avrei dovuto dirigere un’operetta di Pauline Viardot “Cendrillon”, ma l’improvvisa disdetta dei concerti da parte del Maestro Muti, ha richiamato tutti i direttori dell’Academy a sostituirlo per i concerti a Rimini e Ravenna.

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