Meteo, 19 luglio il giorno più caldo: ma si potrebbe non andare a lavorare

di Redazione
18/07/2023

L’Italia si prepara ad affrontare il giorno più caldo dell’anticiclone Caronte, con un totale di 23 città che saranno contrassegnate dal bollino rosso domani, mercoledì 19 luglio. Tuttavia, già giovedì 20, il numero dei capoluoghi con livello massimo di allerta diminuirà a 18, secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute sulle ondate di calore. Attualmente, su un totale di 27 capoluoghi monitorati, ben 20 città sono segnalate con allerta di livello 3.

Giovedì, invece, le città rimaste con bollino rosso saranno Ancona, Bari, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma e Viterbo.

In particolari giornate come queste, si potrebbe non andare a lavorare?

Quanto le temperature eccezionalmente elevate e superiori a 35° impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, il lavoratore può richiedere la Cassa integrazione ordinaria: è quanto prevede l’Inps dal 2017 secondo quanto ricorda un decalogo diffuso dall’Inail per proteggere i lavoratori durante questi giorni di caldo eccezionale. 

Ma a far fede non sono solo le temperature reali, ma anche quelle percepite – che tengono conto anche dell’umidità – ricavabili dai bollettini meteo. “Al ricorrere delle fattispecie sopra evidenziate, pertanto, possono costituire evento che dà titolo al trattamento di integrazione salariale temperature percepite superiori a 35° seppur la temperatura reale è inferiore al predetto valore” chiarisce l’Inail.

Nello stesso decalogo l’istituto nazionale di previdenza dei lavoratori prescrive ai datori di lavoro di riprogrammare le attività che non sono prioritarie, predisporre acqua per i lavoratori e aree ombreggiate per le pause. L’Inail invita all'”alternanza dei turni tra i lavoratori in modo da minimizzare l’esposizione individuale al caldo o al sole diretto” e all’interruzione del lavoro “in casi estremi quando il rischio di patologie da calore è molto alto” mentre si ricorda l’importanza dell’idratazione adeguata.

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