Militello Rosmarino e il paradossale caso della sfiducia al sindaco Riotta

di Davide Di Giorgi
19/02/2022

Il Consiglio comunale di Militello Rosmarino voterà a favore della sfiducia al sindaco Salvatore Riotta ma il primo cittadino non decadrà automaticamente, sarà la Regione a doversi esprimere. È la paradossale situazione politica in cui è finito il piccolo centro dei Nebrodi, nuovamente balzato alle cronache giornalistiche per l’irrequietezza che da tre anni a questa parte mostra il suo primo cittadino nel guidare l’amministrazione comunale.

I continui cambi di assessori l’hanno portato a doversela vedere infatti con la seconda mozione di sfiducia presentata dall’opposizione, dopo quella del febbraio 2021, bocciata in seguito ad un pareggio per 4 a 4, che l’ha lasciato ancora alla guida dell’Ente, ma con una maggioranza risicata, e che adesso, almeno nei numeri, dopo 365 giorni non c’è più. Infatti, il secondo testo redatto per farlo decadere questa volta è stato firmato da sei consiglieri. Dal 2018 Riotta ha perso assessori ma soprattutto consiglieri comunali, sia quelli eletti, sia quelli sostituiti con le varie surroghe, lasciando l’Aula con 8 componenti su 10.

La maggioranza ha retto fino a qualche giorno fa quando, dopo il caso generato dalla sostituzione dell’ex assessore Innaria, e le conseguenti polemiche, il presidente del Consiglio Antonino Mileti e il consigliere comunale Artino Innaria hanno deciso di porre le loro firme sulla mozione di sfiducia. Adesso Mileti dovrà convocare l’Aula entro 30 giorni. Cosa succederà adesso? “Voteremo, finirà 6 a 2 – ci racconta Mileti – e poi trasmetteremo tutto all’Assessorato Enti Locali della Regione Siciliana allegando la sentenza del TAR di Catania (la numero 59 del 19 gennaio 2006 ndr) sul caso Antillo e aspetteremo la decisione”.  

Il caso Antillo

Cos’è successo ad Antillo, paese del Messinese, nel 2004? “Ad Antillo – spiega a Nebrodi News la capogruppo di minoranza Teresa Travaglia nel 2004 su 12 componenti assegnati ne rimasero 7 in carica che votarono la sfiducia al sindaco che fece ricorso e perse”.

Infatti, l’articolo 10 della Legge regionale n.35 del 1997 afferma che “il sindaco e la rispettiva giunta cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale dal sessanta per cento dei consiglieri assegnati o, nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, dai due terzi dei consiglieri assegnati, con arrotondamento all’unità superiore”.

Dunque, secondo la legge del 1997 ci vorrebbero 7 voti su 10 a Militello Rosmarino ma nella sentenza del Tar (quella citata da Mileti) i giudici hanno stabilito che “è da ritenersi che per i consiglieri assegnati debbano intendersi quelli che effettivamente sono in carica, non quelli che in origine componevano il consiglio comunale, successivamente venuti meno, e ciò anche per le intuitive ragioni volte a favorire la funzionalità dell’organo consiliare che e diversamente non potrebbe adottare alcuni atti, tra i quali quello fondamentale relativo alla mozione di sfiducia, attività di notevole rilevanza allorquando il sindaco possa non essere più sorretto dalla maggioranza”.

“Insomma, per la giustizia amministrativa – conclude la Travaglia – il destino di Riotta sarebbe già segnato. È tutta una questione di interpretazione della legge. Immagini se per caso il Consiglio rimanesse con sei componenti. Non decadrebbe perché siamo oltre il 50% ma non potremmo votare la sfiducia perché secondo la legge del 1997 ci vorrebbero 7 voti. Insomma, una situazione illogica. Purtroppo, dal caso di Antillo nessun legislatore è intervenuto per modificare la legge. Vedremo cosa deciderà la Regione. Mi auguro che decida come ad Antillo facendo seguito alla sentenza del TAR ma potrebbe anche prendere tempo oppure costringerci a fare ricorso”.  

La palla nelle mani della Regione

Dunque, il giorno della sfiducia in Consiglio non accadrà nulla. Nonostante il voto, il sindaco Riotta resterà in carica. Sarà la Regione a doversi esprimere decidendo se far decadere sindaco e Consiglio, nominando di conseguenza un commissario. A quel punto bisognerebbe pure capire se Militello Rosmarino potrebbe rientrare tra i Comuni al voto in Sicilia alle amministrative che dovrebbero tenersi a maggio o giugno. “Chi vivrà vedrà” – chiosa il presidente Mileti.

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